Non importava come, bisognava vincere. Tre punti per riprendere il cammino

Oramai forse anche le parole si sono esaurite. Non c’è più fiato per spiegare il momento del Napoli. Non c’è più fiato, ma ci sono gambe ed energie per rialzarsi, tutti insieme, spalla a spalla. Lo slogan tanto caro al tecnico azzurro è quasi diventato un diktat nello spogliatoio azzurro. Tutti insieme per guarire uno stato di cose che sembra avere dell’assurdo. Siamo quelli dello scorso anno, siamo quelli che sciolinavano calcio e spettacolo contro tutti o quasi. Dobbiamo ritornare a correre e combattere limitando al massimo gli “orrori” difensivi, caratteristica purtroppo anche dello scorso anno.

Il tecnico azzurro sceglie ancora la linea del turnover seppur questo termine non è molto amato dal mister madrileno. Al Mapei Stadium sarà Rafael a difendere la porta azzurra, davanti al giovane brasiliano Koulibaly ed Albiol centrali e Britos e Zuniga sulle fasce; a centrocampo Gargano e David Lopez a comporre la cerniera centrale dietro ai tre trequartisti Callejón, Insigne ed Hamšík. In attacco il ritorno da titolare di Higuaín alla ricerca ancora del primo gol in campionato.

Pura sostanza – Anima e cuore il Napoli della prima frazione di gioco. La formazione scelta da Benitez rispecchia alla perfezione il suo Napoli. Sostanza pura in mezzo al campo con Gargano e David Lopez a fare da scudo per la difesa azzurra. Peccano in impostazione gli azzurri; non è possibile chiedere ai muratori di dipingere la cappella Sistina. Il risultato è un primo tempo non entusiasmante ma che il Napoli chiude in vantaggio ed è già un buon risultato. Partita un po’ bloccata che gli azzurri infiammano in un paio di occasioni. Ed è proprio in una di queste occasione che Koulibaly (spesso anche uomo di impostazione) recupera una palla a centrocampo pressando alto a far ripartire subito l’azione azzurra. Higuaín si veste da cameriere ed apparecchia per Callejón. Gol dello spagnolo al suo terzo centro stagionale in campionato al 28esimo minuto. Il Napoli è in controllo della partita e se volessimo trovare un difetto arretra il baricentro forse in modo eccessivo in seguito al vantaggio. Zaza contenuto con qualche patema d’animo dai centrali azzurri con Albiol che in qualche occasione non sembra un centrale difensivo pluricampione.

L’essenziale è vincere – Le convinzioni della prima frazione di gioco dovranno essere confermate nel corso del secondo tempo. Questo è l’imperativo degli azzurri per dare continuità finalmente, senza apprensione o strafalcioni difensivi. La situazione psicologica della compagine azzurra è però evidente dopo le prime battute della seconda frazione di gioco. Albiol sembra smarrito e lontano parente del difensore ammirato lo scorso anno. Il Napoli arranca ma prova ad andare di nuovo in gol per calmare gli animi e creare sicurezza. Ci provano prima Insigne e poi Higuaín senza successo. Il tecnico azzurro prova a cambiare qualcosa facendo rifiatare alcuni giocatori in vista della sfida di Europa League. De Guzman, Duvan e Jorginho prendono il posto di Hamšík (apparso ancora una controfigura), Higuaín (ancora a secco) e Gargano (troppo nervoso e già ammonito per una mini rissa con Taider). La squadra azzurra rincula troppo ed il Sassuolo prende il sopravvento chiudendo gli azzurri nella propria area. Paradossale dover soffrire con squadre di questo calibro, avremmo dovuto fare la Champions League. Il forcing emiliano produce una traversa e tanta apprensione.

Minuti di recupero interminabili, quattro minuti che sembrano un lento fiume scorrere quando le certezze pian piano riaffiorano. Non è importante come, bisognava vincere ed è stato fatto. Tre punti che significano più convinzione, zero gol subiti per incominciare a sigillare quella porta che sembrava un colabrodo.

Antonio Picarelli

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