Forum SN – Tre grandi ex scuotono il Napoli: “Ora basta pensare al passato! Niente Champions, ok. Ma la squadra è forte: lo dimostri. E Benitez non si tocca!”

“Il passato non sii può modificare e il futuro non ci appartiene di diritto. Ciò che esiste davvero è il presente. Solo l’attimo ha importanza“: basterebbe questa frase di Susanna Tamaro a sintetizzare il messaggio che tre grandi ex del Napoli hanno lanciato alla squadra di Benitez dalle colonne di SpazioNapoli. Tre domande a Moreno FerrarioGiovanni Francini Alessandro Renica: loro hanno vinto scudetti e coppe in azzurro, ma hanno attraversato anche momenti difficili – come quello del Napoli attuale – e sanno come venirne fuori.

La squadra sembra entrata in un vortice dal quale è difficile uscire. Esiste una soluzione per invertire questa tendenza?

Ferrario: “Il calcio è cambiato molto rispetto ai tempi in cui giocavamo noi. Ma nel calcio, come nella vita, nulla si crea e nulla si distrugge: il rimedio più semplice è quello di guardarsi in faccia, chiudersi nello spogliatoio e non far trapelare nulla all’esterno, magari tenere fuori anche i dirigenti. L’unità di intenti è fondamentale: ho avuto come compagni personaggi come Bruscolotti e Vinazzani, che magari non erano fortissimi dal punto di vista tecnico, ma che in momenti delicati sapevano come fare per compattare la squadra. Ora basta parlare di quel che poteva essere e non è stato, il passato è passato. Bisogna guardare avanti con la fiducia di chi sa di valere molto di più di quello che esprime ora la classifica. Ecco, è questo che serve al Napoli per uscire da questa tempesta”

Renica: “A fine agosto avevo interpretato l’uscita dalla Champions come un brutto presagio. Purtroppo avevo visto giusto. E’ come se la squadra non riuscisse a scrollarsi di dosso quel fallimento. Si cambia con un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le componenti. La società deve capire i propri errori sul mercato, il tecnico deve ammorbidire certe posizioni tattiche oltranziste, e i calciatori devono evitare errori grossolani, che non appartengono al loro bagaglio. Ognuno per se stesso e per gli altri: scontato e banale, ma solo l’unione fa la forza. Il Napoli deve compattarsi e deve farlo quanto prima”

Francini: “La forza di una squadra, quella mentale che poi fa la differenza, risiede nello spogliatoio. Gli azzurri devono interrogarsi su quanto sta accadendo, cercare soluzioni, attuarle. Senza risalire troppo alle cause: il mercato non all’altezza e l’eliminazione dalla Champions non possono incidere così tanto, come invece sta succedendo. E’ il momento di darsi una scossa, tutti insieme. Bisogna dare più di quello che si ha, magari restare mezz’ora in più sul campo d’allenamento. Il lavoro paga, sempre”

Dal punto di vista psicologico può influire sulle brutte prestazioni il sentore che Benitez potrebbe non essere più il tecnico del Napoli nella prossima stagione?

Ferrario: “In Italia funziona così. Ma bisogna cambiare questa mentalità: il calciatore ha tanti diritti oggi, che noi nemmeno sognavamo. Ma a tanti diritti corrispondono anche tanti doveri. Gli azzurri hanno l’obbligo di trascinare il Napoli fuori da questa situazione, Benitez o non Benitez. E’ il momento di tirare fuori il carattere e dimostrare quello che si è: una squadra forte. Perchè quella partenopea lo è: magari può essere incompleta per certi aspetti, ma non tale da  racimolare un solo punto tra Chievo, Udinese e Palermo”

Renica: “Non bisogna cadere nel tranello di trovare un capro espiatorio. Non serve all’ambiente, non serve alla squadra. I giocatori sono professionisti, devono dare il massimo, sempre, indipendentemente da agenti esterni che loro non sono in grado di controllare. Incolpare il tecnico, in casi come questo, è un gioco stupido e offensivo tanto più se fatto nei confronti di una persona che ha dimostrato nel tempo il suo spessore umano e tecnico. No, Benitez non può e non deve diventare un problema”

Francini: “A livello inconscio è possibile che la squadra sia condizionata da quest’aspetto. Attenzione, un calciatore non lo fa volutamente: ma se si viene a sapere che il tecnico che ti allena non sarà lo stesso anche nella prossima stagione, magari inizi a recepire meno i suoi dettami. Quando succede questo però, serve un intervento importante della società, che richiami all’ordine i suoi giocatori”

Suonerebbe presuntuoso ora parlare di obiettivi a lungo termine?

Ferrario: “Assolutamente si. Io credo che il Napoli, così com’è, può tranquillamente ambire al terzo posto. Ma serve una presa di coscienza del momento che si sta vivendo. Bisogna concentrarsi solo sulla prossima partita, portare a casa i tre punti anche soffrendo. Perchè quando vinci, il lunedì mattina ti svegli in maniera diversa, torni ad allenarti con uno spirito vincente. Poi magari arriva la seconda vittoria e cominci a giocare anche meglio…e da un momento all’altro la squadra torna a girare come nella stagione precedente”

Renica: “La squadra di Benitez, per la forza tecnica che ha, non merita di stare dov’è adesso in classifica. Su questo credo che nessuno possa obiettare. Cosa fare allora? Semplice. Andare a Reggio Emilia con un solo obiettivo. Fare di tutto per conquistarlo, tornare a vincere, in un modo o nell’altro. Poi piano piano la fiducia tornerà. E bisogna tenere la concentrazione alta ovunque, anche in Europa League: è pur sempre una competizione europea che il Napoli ha l’obbligo di disputare al meglio. Senza contare poi che vincere aiuta a vincere. In qualsiasi manifestazione”

Francini: “Bisogna resettare tutto. Niente più discorsi sullo scudetto, o almeno bisogna rimandarli a tempi migliori. Ora il Napoli deve guardare solo alla partita successiva, senza commettere l’errore di sporgere il naso più in là. Quella di domenica sarà una gara determinante: vincere contro la squadra di Di Francesco può rappresentare l’inizio di un nuovo cammino. La classifica dice che il Sassuolo dista solo un punto dal Napoli? Bene, gli azzurri inizino a dimostrare di essere più forti dei neroverdi. Un passo alla volta: per costruire una casa si inizia dalle pareti. Poi si penserà ai quadri e alle suppellettili”

Vincenzo Balzano

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