Pareggio a suon di gol condito dai soliti errori azzurri

Sembra già trascorso mezzo campionato, giorni pieni di tensioni, critiche ed umori falsati dal corso degli eventi. Napoli-Palermo sembra così già l’ultima occasione, la chiamata in corte d’appello per la squadra azzurra guidata da Rafa Benitez. Il calendario ufficiale dice che siamo “solo” alla quarta di campionato, gli animi esasperati sembrano pronti lì per esplodere come una bomba sul quale si è incautamente scelto di sedersi.

Nella consapevolezza che questa sfida non sarà l’ultima del campionato ma che questi tre punti varranno oro zecchino per la compagine partenopea, Rafaél Benítez Maudes dopo aver stemperato le polemiche in conferenza stampa manda in campo una formazione speriamo colma di certezze. Rafael a difendere i pali, Henrique e Ghoulam a difesa delle corsie con Albiol e Koulibaly centrali. A centrocampo la coppia GarganoInler dietro a Callejón, Mertens ed Hamšík. La vera sorpresa è l’assenza di Gonzalo Higuaín, gli viene preferito Duván.

Primo tempo – Nell’alba della prima frazione di gioco il numero che si staglia all’orizzonte è il 26. Lo porta sulle spalle un giovanotto ventitreenne francese venuto dal Genk. Si staglia all’orizzonte come il suo stacco in area rosanero, sono passati poco più di due minuti ed il Napoli è già in vantaggio. A quel punto sembra proprio la serata giusta e quando Hamšík si beve il centrale palermitano al limite dell’area e scheggia la traversa le idee diventano quasi certezze. Tre indizi, si dice in gergo investigativo, fanno una prova, decimo minuto ed il Napoli piazza il secondo colpo. Brutta palla persa da Barreto al limite dell’area rosanero, Mertens trova Hamšík sul limite del fuorigioco (forse in millimetrico fuorigioco), il capitano azzurro penetra in area e appoggia per Duván. Tiraccio all’incrocio dei pali, Sorrentino immobile. Due a zero, palla al centro. I tifosi azzurri sulle gradinate quasi non ci credono, gli azzurri continuano a macinare gioco e sembrano tornati quelli dello scorso anno. In due minuti è sempre Duván a rendersi pericoloso, prima come assist-man per Callejón, quindi con una tiro defilato respinto da Sorrentino.

Il minuto indiziato però è il diciassette, numero non caro nella cabala napoletana. Belotti al primo gol in serie A (guarda caso contro il Napoli) di testa su calcio d’angolo. Riaffiorano le paure, che potrebbero spegnersi al ventesimo. Duván lanciato in area viene atterrato da Bamba, per tutti è rigore (con espulsione del difensore), non per Doveri ed i suoi collaboratori. Passano tre minuti e la frittata è fatta, Vázquez su azione manovrata completa la rimonta. Colpo assestato, il Napoli barcolla. Ci vogliono 15 minuti per riprendersi e creare un’azione degna di nota e se Hamšík non si facesse recuperare da Anđelković potrebbe essere già passata la paura. Ci pensa Callejón al tramonto della prima frazione, per fortuna. Grande imbeccata di Gargano, lo spagnolo non sbaglia.

Secondo tempo – Scampata la paura? Sembrerebbe di sì, il condizionale è d’obbligo con gli azzurri quest’anno. I prodromi sono ottimi, ancora Gargano sugli scudi. Passaggio rasoterra con il contagiri per Duván, strepitoso Sorrentino in uscita. La beffa però è dietro l’angolo, ancora per il piede dell’esordiente Belotti. Esordio splendido per il giocatore dell’unger-21 che intorno al sessantesimo minuti prima colpisce un palo poi finalizza una splendida azione rosanero sulla fascia destra azzurra. Vázquez e Dybala si esibiscono in uno scambio ad alto coefficiente di difficoltà, palla rasoterra per Belotti. Benitez prova a cambiare qualcosa dalla panchina richiamando l’ottimo Duván per Higuain. Paradossalmente entra Gonzalo e si spegne il match. Forcing finale azzurro forse senza quel cuore che vuole il San Paolo. Nulla di nulla nei minuti finali, si contano le mischie in area rosanero, si temono le ripartenze dei siciliani. Piovono fischi dagli spalti semivuoti. Il Napoli non si rialza ancora, nella serata che doveva segnare la svolta i soliti stucchevoli errori.

Antonio Picarelli

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