Il punto debole del Napoli: analisi di un doppio problema da risolvere

Il 13 settembre l’Atletico Madrid espugnava il Bernabeu battendo 2-1 il Real Madrid. La rete del vantaggio dei “colchoneros” la segnava Tiago di testa su calcio d’angolo. Effettivamente quella volta non è stata l’unica in cui la squadra di Simeone ha sfruttato le palle inattive per portare a casa una vittoria. L’Atletico Madrid ha nei saltatori gli uomini migliori, a partire dallo stesso Tiago fino ad arrivare a Godin, il quale di testa decise la vittoria dei colchoneros della Liga e il passaggio dell’Uruguay agli ottavi del Mondiale a spese dell’Italia.

“Che c’entra questo con il Napoli?” vi chiederete.

Il Napoli ha un evidente problema con le palle inattive, e lo dimostra il fatto che tre delle sette rete incassate finora in stagione dagli azzurri sono nate da cross o calci piazzati. Danilo è solo l’ultimo nome di una breve lista che conta anche Pinilla e Aduriz.

Ma anche quando il calcio piazzato è in favore del Napoli mancano le soluzioni. Le palle inattive si dimostrano un’arma “in meno” per gli azzurri. Eppure i saltatori non mancano: Koulibaly è alto 187 centimetri e al Genk era noto proprio per la sua abilità sulle palle alte, Britos ha dimostrato qualche volta di poter dare fastidio ai difensori avversari, gli stessi Albiol e Maggio possono creare pericoli. Eppure i gol segnati dagli azzurri su calcio piazzato si contano sulle dita di una mano. I calci piazzati sono stati spesso battuti male e per questo nell’ultimo anno si sono alternati ben quattro tiratori: Hamsik, Mertens, Insigne e Callejon. Ma la sostanza non cambia. Il Napoli sulle palle inattive soffre e non fa soffrire. Il problema non sono gli uomini a disposizione di Benitez ma le strategie. Nella stagione 2012-2013 la Fiorentina è stata la squadra ad aver segnato più reti su calcio piazzato, grazie anche agli schemi ideati dal preparatore Giovanni Vio, oggi al Milan con Inzaghi. Le palle inattive furono utili alla Fiorentina, come lo sarebbero per il Napoli, soprattutto per sbrogliare situazioni intricate. Come quella di Udine. ­

@VittorioPerrone

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