Alla ricerca del vero Koulibaly, mix di genialità ed ancora troppa distrazione

Grande acquisto in prospettiva ma dalla qualità che fa già al caso del Napoli: Kalidou Koulibaly è stato fortemente voluto da Rafa Benitez per rinforzare la difesa, sacrificando persino un giocatore come Fernandez cresciuto tantissimo lo scorso anno con la maglia partenopea, fino alla convocazione in Nazionale argentina che ne ha fatto un perno importante. Koulibaly, francese classe 1991 ex Genk, è un titano di quasi due metri per 90 chilogrammi, che tra le sue qualità migliori ha l’anticipo spietato ed una visione di gioco intelligente ed a trecentosessanta gradi. Tutte doti che abbiamo ammirato sin dalle sue prime apparizioni in maglia azzurra dove ha sempre convinto non disattendendo mai le aspettative, commettendo però sempre qualche sbavatura che faceva decrescere ignominiosamente il suo voto in pagella.

Senza tornare troppo indietro col tempo, basta analizzare il match di ieri contro l’Udinese: il giovane difensore centrale tiene bene in campo in coppia con Albiol, grande punto di riferimento per lui anche in allenamento, raddoppiando sempre la marcatura su Di Natale, rendendosi poi protagonista negativo dell’azione che ha propiziato la rete di Danilo che ha sancito l’immeritata vittoria dei friulani. Un’ottima gara sporcata da episodi, così’ come successo anche contro Chievo Verona ed Athletic Bilbao, compromettendo quanto di ottimo fatto fino a quel momento. Sembra infatti perdere a volte la bussola, soffrendo di una piccola “distrazione tattica” che spesso lo fa trovare nel posto sbagliato al momento sbagliato. Eppure lo vediamo preciso e tecnicamente ordinato, maturo e sicuro anche in momenti difficili, fino poi a perdersi nel noto “bicchiere d’acqua”, rendendo complssi movimenti che avrebbe dovuto già interiorizzare al meglio e che forse non sente ancora del tutto propri.

Qual è quindi il vero Koulibaly? La speranza è che debba ancora crescere e maturare calcisticamente in azzurro, sicuri che abbia davanti a sé ancora tantissimi margini di miglioramento. Infondo è da relativamente molto poco sotto l’ombra del Vesuvio ed anzi, si è già ambientato con velocità al campionato italiano ed al nuovo ambiente. L’interrogativo però resta, in attesa che venga sciolto: per il momento, in pagella ha il voto che fa media con le sue due identità, quella più precisa e quella alla ricerca di una sua precisa dimensione in campo, a trecentosessanta gradi, sempre e comunque.

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