L’attacco (errato): “A questo Napoli manca una figura come Pierpaolo Marino, lavorava spalla a spalla con Mazzarri…”

Critiche, e ancora critiche, feroci, incessanti. Un inizio stagione poco brillante, quello degli uomini di Benitez, che ha scoperto il fianco ai detrattori della prima e dell’ultim’ora. L’eliminazione di Bilbao è una cicatrice di quelle che possono, se non assorbite a dovere, lasciare il segno su un’intera stagione. La sconfitta casalinga con il Chievo ha riaperto le porte ai fantasmi dell’anno scorso, a quel cammino a singhiozzo con le piccole che è costato un distacco siderale da Juventus e Roma.

Critica, non disinformazione – La contestazione del pubblico, di cuore, di pancia, è accettabile. Il brivido di un’altra annata da incompiuti scorre lungo la schiena dei tifosi che vorrebbero finalmente, dopo anni, tornare protagonisti. Stanchi di partecipare, come sempre ribadito, vorrebbero finalmente raggiungere l’apogeo di un percorso che ha comunque regalato soddisfazioni in questi dieci anni. Ragionamenti di cuore, insomma, di chi la domenica fa sacrifici, mai come di questi tempi, per seguire la propria fede, la propria passione, sentimenti che vanno comunque rispettati, soprattutto se espressi con civiltà. Meno accettabile l’altra faccia della medaglia, quando la contestazione arriva da chi dovrebbe fare informazione, nel più limpido senso del termine. Quando il diritto di critica si trasforma in un attacco in piena regola, prendendo le sembianze di un vero e proprio regolamento di conti. Giusto fare degli appunti alla campagna acquisti estiva, altrettanto porre degli accenti sui difetti che il tecnico spagnolo ha paventato, ad oggi, in questa sua esperienza azzurra. Il salto di qualità tanto auspicato sul mercato non è arrivato, ma di certo sarebbe giusto attendere qualcosa in più di poche partite d’inizio stagione per giungere a giudizi definitivi sull’apporto dei nuovi arrivi. Impossibile non appuntare a Benitez il non essersi ancora calato a dovere nella mentalità italiana da un punto di vista del gioco, del carattere da dare alla squadra, inopinabile additare alla sconfitta di domenica le vacanze in famiglia chieste, e ottenute di buon grado dalla società, dall’allenatore madrileno.

Equilibrio, senza sparare nel mucchio – Un gioco al massacro al quale bisognerebbe mettere un punto. Perché l’opinione è buona e giusta fin quando non degenera, ed il periodo non proprio semplice lascia putroppo spazio a fiumi di parole talvolta discutibili. Un esempio? Ascoltare un decano dell’informazione come Italo Cucci, dallo scranno di salotti televisivi che rappresentano l’apoteosi della cassa di risonanza dell’informazione calcistica locale definire Benitez: “Arrogante e presuntuoso”, “Autore di un’annata (la scorsa ndr) fallimentare”, sembra davvero troppo. I fattori positivi della scorsa stagione sono sotto gli occhi di tutti e sarebbe inutile elencarli, troppi per poter definire il primo anno di gestione Benitez addirittura fallimentare. A maggior ragione se nel mucchio, nella critica a un organigramma societario, va detto poco ampio e migliorabile, Cucci dimostra una non proprio eccelsa memoria della recente storia azzurra: “Al Napoli manca un uomo come Marino, con Mazzarri allestì un grande Napoli, c’era una grande sintonia, io ero molto vicino in quel periodo”.

Impossibile non riconoscere l’importanza del lavoro svolto da Marino indirettamente nella gestione Mazzarri, il contributo di uomini come De Sanctis, Zuniga, Cannavaro, Maggio, Hamsik e Lavezzi portati a Napoli dall’attuale D.g dell’Atalanta fu imprescindibile ed essenziale, ma il tecnico toscano non ha mai lavorato spalla a spalla con l’ex dirigente azzurro, nell’ottobre del 2009 insieme all’attuale allenatore interista arrivò proprio il direttore sportivo azzurro Riccardo Bigon, considerato uomo di fiducia di Mazzarri. Se proprio sintonia ci fu, quindi, fu tra loro due, e non con chi dopo poco avrebbe accettato la chiamata di Percassi per guidare l’Atalanta, a meno che sull’asse Bergamo-Napoli accadesse qualcosa di cui non siamo a conoscenza.

Il post Napoli-Chievo ha ampiamente dimostrato come il tutti insieme di Benitez sia una vera e propria chimera, troppo ghiotta l’occasione di cercare l’attacco ad effetto. Tutto legittimo, come legittimo però sarebbe auspicarsi critiche costruttive e mai distruttive, del resto siamo solo a metà settembre, ai primi vagiti di una stagione che è un libro ancora tutto da scrivere. Alla fine, nel caso, sul fatidico carro per molti non ci sarà spazio.

Edoardo Brancaccio

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