Mirino puntato su Benitez: l’ambiente non aspettava altro. Conta il risultato, ma la partita non è da buttare. Ora tocca alla squadra zittire il fuoco amico

E’ successo ciò che esattamente non doveva succedere. Dopo l’eliminazione nei preliminari di Champions League, la vittoria di Genova aveva fatto intravedere un raggio di luce: le nuvole sono tornate subito a Castel Volturno, guidate da una mano nemica che ha messo sotto processo Rafa Benitez per i tre giorni di permesso (e due allenamenti saltati) concordati con la società. La risposta del tecnico spagnolo in conferenza stampa è arrivata puntuale e giusta, ma la sconfitta interna con il Chievo Verona rischia di vanificare il senso (buono) delle sue parole.

CONTA IL RISULTATO – Alla fine contano i punti, e il dato di fatto dice che il Napoli ieri non ne ha portato a casa nemmeno uno. Le partite però, vanno analizzate: alzi la mano chi può dire che ieri la prestazione degli azzurri è stata totalmente negativa. Le statistiche raccontano di 33 (!) tiri in porta, di un rigore sbagliato, di occasioni a bizzeffe – soprattutto nel primo tempo – e in generale di una squadra proiettata perennemente nell’area veronese. Partiamo da un concetto allora: ieri gli attaccanti azzurri avevano le polveri bagnate, in caso contrario il Chievo sarebbe andato all’intervallo sotto di almeno due reti. Ma il problema mentale di cui parlammo venerdì (clicca qui per leggere) si è ripresentato nella sua interezza e in tutta la sua drammaticità ieri pomeriggio. Al Napoli si chiedeva un miglioramento proprio in queste partite, che hanno segnato il corso della scorsa stagione: niente da fare, almeno per ora. Basta una distrazione – in serie A funziona così – per essere colpiti. E paradossalmente, dopo lo svantaggio, gli azzurri si sono disuniti, hanno rallentato la manovra e non sono riusciti a trovare nemmeno il gol del pari. Bravo Bardi certo. Ma le bocche da fuoco che possiede il Napoli avevano l’obbligo di trafiggerlo.

GIORNATA NERA – Eppure stava andando tutto per il meglio. Il pubblico – trenta mila spettatori al San Paolo, pochi ma buoni – ha incoraggiato la squadra fino alla fine. Applausi anche per Insigne, bistrattato durante la gara con l’Athletic. Applausi per Higuain al momento dell’errore dal dischetto, fischi assordanti per il Chievo in quelle rare occasioni in cui si faceva avanti. C’era unità di intenti a Fuorigrotta, poi il gol di Maxi Lopez ha gelato tutti. Tutti, tranne chi si aspettava un passo falso per puntare nuovamente il mirino su Rafa Benitez. La contestazione – avvenuta a fine partita, come è giusto che sia – non ha risparmiato nessuno. Fischi per la squadra e il suo tecnico, cori e striscioni contro De Laurentiis. E’ la seconda giornata di campionato di una stagione che per alcuni sembra già segnata. Ora tocca al Napoli zittire il fuoco amico. E non sarà facile.

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