Rafael tra i portieri più giovani della storia del Napoli, talento e serietà al servizio di Benitez

La storia di Rafael, 24 anni compiuti il 20 maggio scorso, è un intreccio di cose: il talento che è indiscutibile, il sapersi trovare al momento giusto nel posto giusto, la fortuna di avere tecnici che non hanno paura di puntare sui giovani (fin dai tempi del Santos), il destino che toglie di mezzo quelli che ti stanno davanti. La vita, insomma. Questa estate Benitez si trova davanti a una serie di ipotesi possibili: Reina (34 anni), Rafael (24) e Lopez (33). Fosse un abitante del paese dei cachi, dove il talento giovane atterrisce, Benitez punterebbe sul più esperto. Invece la scelta cade sul più giovane: su Rafael. E come paracadute il tecnico si affida ad Andujar (classe 1983). E fa sì che il brasiliano conquisti un piccolo primato: mai nessuno, dai tempi di Sentimenti II (anni Trenta) ha fatto il titolare del Napoli in porta così giovane.

La baby generation dei portieri è lunga, anche se si fa fatica a considerare “giovane” uno che ha compiuto 24 anni. Ma allora è finita che questo è un Paese per vecchi? Più giovani di lui in serie A ci sono il fenomeno dell’Udinese Scuffet (18 anni), Leali del Cesena e Perin del Genoa (22) e di poco più grande c’è Neto
della Fiorentina (26). Le big, inutile adirsi, puntano tutto sull’esperienza dei loro numero uno. Nella storia recente del Napoli solo Pino Taglialatela ha conquistato la maglia da titolare – all’inizio della stagione ’93-’94, con Lippi allenatore – quando aveva 24 anni e 8 mesi. Dunque 4 mesi in più di Rafael. In A debutta nel ’91 poi però va in giro a farsi le
ossa a Palermo e Bari. Per essere portiere titolare devi per forza avere una marcia in più. Altrimenti, sei finito.

Va male per esempio a Coppola: ha 22 anni e 3 mesi, sembra un predestinato. Zeman gli dà fiducia al ritorno
in A degli azzurri. Resiste tre gare: dopo un 1-5 con il Bologna nell’ottobre 2000, viene ceduto. Il Napoli ha avuto nella sua storia 58 portieri. E solo in due casi erano titolari più giovani di Rafael: Cavanna e Sentimenti II. Ci sono anche altri, come Chellini e Mosele, che durano davvero per pochi mesi nel ruolo di titolari. Il primo portiere azzurro, nel 1926, si chiamava Pelvi: arrivò al Napoli che aveva 30 anni. Poi inizia
l’era di Cavanna: classe 1905, nell’estate del 1929, aveva 23 anni e 10 mesi. Proprio Cavanna fa da chioccia, un po’ come Reina con Rafael, a un altro mito degli anni Trenta: Sentimenti II. Classe 1914, debutta in A giovanissimo, ma la maglia da titolare la conquista definitivamente all’inizio della stagione ’37-’38. Casari arriva al Napoli nel 1950: ha 28 anni e difenderà la porta degli azzurri fino al 1953 quando dalla Spal arriva Bugatti: aveva 25 anni.

Il successore è Bandoni, classe 1939. Gioca in azzurro dal ’64 al ’67 quando dal Mantova arriva Dino Zoff: classe 1942, indossa la maglia numero uno per la prima volta il 24 settembre del 1967, contro l’Atalanta. Dopo di lui arriva Carmignani che nel 1972 ha 27 anni e mezzo. Per un solo anno gioca Mattolini: è il 1977 ed ha da poco compiuto anche lui 24 anni. Poi a 33 anni arriva Luciano Castellini (la stessa età del povero Mancini nel 2001, il titolare più vecchio della storia dei portieri azzurri). L’anno del primo scudetto c’è Claudio Garella che quando arriva, nel 1985, ha 30 anni. Nell’88 è la volta di Giuliani che approda al Napoli a 30 anni. Il portiere del secondo tricolore è Giovanni Galli:
nell’89,quando veste l’azzurro, ha compiuto già 32 anni. Negli ultimi anni, sono due i portieri simbolo: Gennaro Iezzo e Morgan De Sanctis. Entrambi abbondantemente over 30: nel 2005 Iezzo ha 32 anni quando lascia
il Cagliari. Come De Sanctis, nel 2009.

FONTE Il Mattino

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