IL MATTINO – Goran Pandev: “Deluso dalla società che ha smantellato la vecchia guardia. Auguro ogni bene al Napoli, i tifosi meritano lo Scudetto”

L’ex attaccante del Napoli approdato da qualche giorno al Galatasaray Goran Pandev, ha rilasciato una lunghissima ed interessante intervista a Il Mattino sul suo passato in forza agli azzurri e sugli obiettivi del club di De Laurentiis. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli: “Ho vinto con l’Inter, spero di vincere anche con il Galatasaray. Ma non dimentico i successi con il Napoli, le due Coppe Italia, che in quella città trasmettono l’emozione di una Champions. L’Italia ha rappresentato la parte più importante della mia carriera, ci sono arrivato nel 2001. Avevo 17 anni quando sono partito dalla Macedonia ed in questo Paese mi sono sempre trovato a mio agio, è la mia seconda casa. Ho vinto ed ho conosciuto persone meravigliose. Penso a quelle che lavorano dietro alle quinte di club con passione e dedizione: massaggiatori, magazzinieri, fisioterapisti, accompagnatori, tanti professionisti e soprattutto amici. Ad un certo punto ho immaginato di chiudere la carriera in maglia azzurra ma poi…”  

L’ERA MAZZARRI. “…Poi ho capito che non ci sarebbe stato spazio per me e questo mi è dispiaciuto anche perché non l’ho capito. Ho avuto un rapporto straordinario con i compagni e con la società. Napoli è stata una scelta fatta con il cuore tre anni fa, quando ho deciso di ridurre l’ingaggio che percepivo all’Inter e di accettare questa proposta. I primi due anni con Mazzarri sono stati fantastici, abbiamo vinto la Coppa Italia e conquistato due volte la qualificazione in Champions League e credo che nella stagione del secondo anno avremmo potuto vincere lo Scudetto ma trovammo una super Juve”.

L’ADDIO. “Se con Benitez non ho trovato spazio dovete chiedere a lui perché, non a me che sono andato via da Napoli.  Ho sempre rispettato le scelte dell’allenatore, mai un litigio. Mi sono impegnato al cento per cento e quando ho giocato, ho fatto quello che mi chiedeva lui. Piuttosto faccio un’altra osservazione. Quando sono arrivato a Napoli tre anni fa, ho trovato un grandissimo gruppo. C’era affiatamento, ci sono stati risultati importanti: siamo arrivati al secondo posto ed abbiamo conquistato la qualificazione in Champions. Nell’ultima stagione invece il Napoli si è piazzato terzo e non parteciperà alla prossima Champions. Su questo bisogna riflettere. Io non giudico, le scelte sono fatte dalla società con cui ripeto, ho avuto un ottimo rapporto”.

I CAMBIAMENTI. “I fatti dicono che il Napoli di Mazzarri è stato, pian piano, smontato. Prima è andato via Cannavaro, poi Behrami, Dzemaili, Pandev…Un anno fa sono arrivati tanti nuovi giocatori, alcuni forti come Higuain, non c’è mai stato alcun problema personale. Ho legato molto con il Pipita, ad esempio. La società ha deciso di voltare pagina quando è andato via Mazzarri, ma non capisco perché così bruscamente, da un giorno all’altro, un ciclo che aveva dato tante soddisfazioni ai tifosi: questo mi ha turbato. Fu diverso all’Inter quando andò via Benitez. Era rimasto solo cinque mesi, non ha avuto il tempo di cambiare nulla. I fatti dimostrano che sono stati messi da parte tutti i giocatori che facevano parte della precedente gestione. Confrontate le due formazioni….”

GLI ALLENATORI. “Ricordo con piacere tutti gli allenatori che mi hanno avuto con sé in Italia. Delio Rossi che mi ha aiutato  a crescere, Josè Mourinho che mi ha insegnato come si diventa un campione, Mazzarri che mi ha voluto fortemente a Napoli per rilanciarmi. Mi hanno dato fiducia e la fiducia per un calciatore è tutto. In Italia sono stato bene, questo Paese mi ha aiutato ad essere prima uomo poi calciatore. Ho sempre pensato di prendere la cittadinanza italiana. Iscriverò i miei figli presso una scuola internazionale ad Istanbul così che possano continuare a parlare la lingua”.

I RICORDI. “Di Napoli ricordo i festeggiamenti per le due Coppe Italia, anche se l’ultima quella dello scorso maggio, è stata turbata dal ferimento e poi dalla morte di Ciro Esposito. Napoli regala emozioni straordinarie, i tifosi trasmettono grande energia. E poi come dimenticare quella doppietta alla Juve nel 2011? Che urlo ascoltai al San Paolo. Ma non si può vivere solo di ricordi. Adesso, a 31 anni si è aperto un nuovo ciclo per me in una squadra prestigiosa. Ho trovato Prandelli motivatissimo. L’obiettivo è vincere il ventesimo scudetto nel calcio turco. al rammarico per quanto accaduto negli ultimi mesi è già subentrato l’entusiasmo per questa esperienza che mi darà tanto sotto l’aspetto umano e professionale”.

L’AUGURIO. “Al Napoli auguro di vincere presto lo scudetto, come ha detto il presidente De Laurentiis. Lo spero per i tifosi: meriterebbero questa grande gioia. Ho immaginato spesso dopo una vittoria importante in Coppa Italia, cosa sarebbe potuto accadere per lo Scudetto. Eppure non sono mancati investimenti, ma certi successi a mio avviso, si ottengono consolidando la struttura, creando il gruppo, perfezionandolo senza stravolgerlo. Questa continuità porta identità di squadra, mentalità e risultati. Anche il calcio italiano può rinascere con organizzazione e la competenza. Non serve l’uomo della provvidenza. Io farò sempre il tifo per l’Italia e per il Napoli, ovviamente”.

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