Tecnico, squadra e società. Tutti i colpevoli di un disastro evitabile

Peggio di così non poteva proprio andare. Brutto, bruttissimo il Napoli visto al “San Mamès” contro l’Athletic Bilbao: poca concentrazione, gioco offensivo pressoché inesistente e sopratutto clamorosi errori difensivi, condannano gli azzurri ad abbandonare il sogno di giocare anche il prossimo anno la Champions League.

MALE BENITEZ – Il Napoli del primo tempo non è piaciuto e se nel secondo tempo la situazione non è migliorata la colpa è anche dell’allenatore spagnolo. Non si è mai riusciti a giocare palla a terra né con Jorginho e Gargano (sempre pressati da due avversari), né con gli esterni Maggio e Ghoulam qualitativamente inadatti nel creare da dietro l’azione. Il gioco veniva così affidato a lanci lunghi, anche poco precisi, sempre preda dei difensori dell’Athletic. Anche la sostituzione di Hamsik non ha convinto visto che fino a quel momento lo slovacco era stato uno dei pochi a salvarsi, con ancora forze fisiche per dare una mano alla squadra. Invece è uscito quando forse Mertens e sopratutto Callejon (parso la controfigura del calciatore ammirato lo scorso anno), avrebbero meritato molto di più di andare in panchina.

I LIMITI TECNICI E CARATTERIALI – Eppure il grosso il Napoli l’aveva fatto. Ad inizio ripresa Hamsik trovava una rete fin lì insperata e mette la strada verso la qualificazione tutta in discesa per gli azzurri, che dovevano soltanto amministrare e controllare il vantaggio. Invece Albiol e compagni confezionano tre pacchettini, con tanto di fiocco, da consegnare agli attaccanti dell’Athletic che non si sono fatti pregare e hanno punito gli azzurri. Il primo gol nasce da una palla inattiva dove Britos e Maggio si marcano a vicenda servendo ad Aduriz la palla dell’1-1 su un piatto d’argento. Subìto il primo schiaffo i difensori del Napoli spengono simultaneamente l’interruttore della concentrazione commettendo altri due errori madornali di fila, che sono una mazzata psicologica dalla quale è impossibile rialzarsi. Prima un pasticcio tra Albiol e Rafael e poi una dormita di Maggio, servono ad Ibai Gomez ed ancora ad Aduriz le palle che chiudono il match. Il Bilbao dopo 17 anni è in Champions, al Napoli toccherà giocare in Europa League.

LE COLPE DELLA SOCIETA’ – Impossibile non evidenziare anche come il Napoli sia arrivato praticamente senza rinforzi all’appuntamento più importante, almeno dal punto di vista economico, della stagione. Investendo fortemente sul mercato si sarebbe avuta forse qualche chances in più di passare il turno e di ritrovarsi così il centrocampista tanto ricercato già in casa. Un po’ come ha fatto l’Arsenal che ha investito su Alexis Sanchez in attacco, che ha subito ripagato il suo acquisto risultando decisivo con una rete ai fini della qualificazione dei londinesi. Se il Napoli si è dovuto affidare in questa gara così importante a Britos e Gargano è evidente che un passo indietro è stato fatto.

LA TRISTE CONCLUSIONE – Le grandi squadre hanno la forza difensiva e anche nervosa di congelare il risultato e portare a casa la vittoria, inoltre si fanno trovare pronte dal punto di vista tecnico ed atletico ai grandi appuntamenti. Considerando che tutte queste caratteristiche sono mancate dobbiamo tristemente affermare che il Napoli, se mai ci fosse stato un dubbio, non è ancora una grande squadra.

Pasquale Giacometti

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