L’estate anomala di Aurelio De Laurentiis, tra silenzi e dubbi di mercato. Adesso è il momento della chiarezza

Siamo stati sempre abituati, fin dal 2004 quando prese possesso del Napoli, a vedere Aurelio De Laurentiis protagonista assoluto delle vicende della squadra azzurra. Protagonismo, soprattutto nei confronti dei tifosi, che aumentava in maniera esponenziale nel periodo estivo che coincideva con l’apertura della finestra di mercato. In questi dieci anni di presidenza il patron azzurro non ha mai accantonato il rapporto con la tifoseria inventandosi addirittura delle vere e proprie conferenze stampa aperte ai soli sostenitori azzurri attraverso il profilo ufficiale twitter. Migliaia di domande che andavano dal mercato alla voglia di crescita del progetto Napoli.

Massima visibilità si ebbe durante la scorsa estate. Certo era l’anno zero del nuovo Napoli targato Rafa Benitez dopo quattro anni di Walter Mazzarri e quindi bisognava dare il massimo appoggio al tecnico spagnolo per diradare le nuvole che potevano serpeggiare sul suo arrivo. Varie le interviste radiofoniche, tante le uscite pubbliche nel teatro di Dimaro durante il ritiro estivo e tante le presenze sulla tribuna del Campo Sportivo di Carciato. Inoltre due lunghe conferenze via twitter per soddisfare le voglie dei tifosi concentrati soprattutto alla ricerca del nuovo attaccante al posto del partente Cavani. Ritiro estivo che si chiuse proprio con l’arrivo di Gonzalo Higuain.

Discorso completamente diverso quello relativo a questa lunga estate. Un’estate divisa tra la necessità di completare la rosa a mercato aperto e la necessità di presentarsi preparati all’appuntamento di metà e fine agosto per raggiungere l’altra metà della Champions, quella più importante, sfuggita durante il campionato scorso chiuso al terzo posto. Un’estate fatta di silenzi e di poche apparizioni. Una sola intervista alla radio ufficiale in cui si parlava di una lista di 6 centrocampisti potenziali azzurri  in breve tempo ma di cui ancora non si vede l’ombra se non quella di Jonathan De Guzman arrivato troppo tardi per essere inserito nella lista champions. Poche le apparizioni durante il ritiro estivo a Dimaro e pochi, o nulli, gli incontri con i tifosi. Addirittura inesistenti le conferenze via twitter.

Ci piacerebbe sapere cosa succede ad un Presidente che ha fatto della comunicazione e del protagonismo la sua arma migliore. Silenzi arrivati proprio nel momento in cui era possibile il definitivo salto di qualità.

Adesso, ancora di più dopo la cocente eliminazione nei play off per la prossima Champions League, è giunto il momento di fare chiarezza, di mettere in chiaro gli obiettivi realistici a cui questo Napoli vuole e può puntare. Non servono proclami di grandezza che rischiano, come accaduto fin qui, di restare lettera morta. Non lo meritano i sei milioni di tifosi del Napoli che non hanno mai abbandonato la squadra.

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Roberto Longobardi

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