De Laurentiis, roulette russa fatale per il Napoli. Dopo Bilbao tanti sconfitti e morale da ricostruire

Il Napoli esce con le ossa rotte dal doppio confronto contro l’Athletic Bilbao. Dalle strategie societarie alle scelte di campo, passando per l’assenza ingiustificata di alcuni elementi cardini: si inerpica su questa tre radici la debacle degli azzurri nel preliminare di Champions League.

ROULETTE RUSSA – Appare ancora nebulosa la strategia adottata dall’uomo solo al comando Aurelio De Laurentiis. Con il direttore sportivo Bigon relegato nel ruolo di “smistatore” degli esuberi (pratica impervia ma discretamente svolta dal ds) i principali movimenti societari sembrano dipendere dalle scelte e dal coriaceo umore presidenziale. Umore che si era palesato agguerrito e ambizioso nel ritiro di Dimaro, con la parola scudetto sdoganata per la prima volta dopo esser stata tabù nelle precedenti gestioni. “Ho la vostra stessa fame” – tuonò ADL – “Voglio vincere lo scudetto”. Peccato che alle parole siano seguiti giorni di attesa, silenzi e poca concretezza. Rimarginare il gap con Juve e Roma, l’obiettivo del Napoli per questa annata. Ma allo stato attuale dei fatti, tale scarto appare quantomai evidente e quasi certamente insanabile quando mancano solamente pochi giorni alla chiusura delle trattative ufficiali. Un atteggiamento attendista sul mercato che ha finito solamente per danneggiare il Napoli, innervosire i tifosi e presentarsi inadeguati all’appuntamento che già ad agosto valeva un’intera stagione. Una scelta che potrebbe rientrare in una precisa strategia oramai evidente: aspettare di passare (in qualche modo) il turno e poi, magari, investire. Una roulette russa che lascia il Napoli esangue in uno scenario dove sono tutti a perdere.

TANTI SCONFITTI – Il primo è sicuramente De Laurentiis: in due notti tra San Paolo e San Mames lascia sul piatto tanti, tanti milioni (quantificabili tra i 25 e i 40). Al contempo fanno festa Juve e Roma, proprio loro, che vedono così lievitare gli introiti per la Champions, i quali potrebbero essere rinvestire nelle ultime ore di mercato. Aspetto economico a parte, a perdere è proprio l’immagine del presidente. La contestazione già molto fervida in città, è emigrata fino in Spagna con i tifosi azzurri che nella notte della disfatta europea si sono fatti sentire. Se fossimo in politica, parleremmo di sondaggi in picco per la figura presidenziale che mai come adesso rappresenta il bersaglio preferito dei supporters.

Perde la squadra, nervosa e con il morale da ricostruire in vista della partenza in campionato, con musi lunghi da gestire (vedi Insigne) e fuoriclasse che potrebbero lasciarsi andare a pensieri vezzosi alla luce di una coperta diventata improvvisamente e imprescindibilmente corta (vedi Higuain). E se una cessione lampo sembra improbabile data la tempistica, più concreto è il timore che il bomber argentino acuisca il malumore e la sofferenza che potrebbero tramutarsi in difficoltà di campo per uno come lui che mangia agonismo e vive di stimoli. Gli stessi stimoli che solo certe gare, contro certi avversari, sono in grado di regalare.

IL CAMPO – Di certo qualche rinforzo in più non avrebbe fatto male alla truppa azzurra nel doppio confronto con i baschi, è un dato inoppugnabile. Così come inoppugnabile è la consapevolezza che il Napoli, sulla carta, avrebbe dovuto aggirare lo scoglio Athletic anche con le stesse unità della passata stagione. Ragion per cui non ne esce benissimo nemmeno Benitez, reo di aver optato per scelte che hanno fatto storcere il naso a molti che ormai non si nascondono più: dalla gestione di Zuniga all’esclusione di Inler in favore di Gargano (180 minuti su 180 giocati con la valigia in mano). Don Rafè non appare più l’oracolo intoccabile, capace di infondere sicurezza ad maiora come accadeva nella scorsa stagione. Il tecnico spagnolo è chiamato a dare risposte, perché no, partendo da quel contratto ancora da rinnovare. L’ambiente ha bisogno di rimettersi celermente in salute dopo una dura batosta, per poter affrontare con la giusta concentrazione ed intensità l’imminente impegno con il Genoa. In tal senso, potrebbero aiutare delle decise prese di posizione da parte degli uomini chiave per poter dapprima analizzare la sconfitta, assorbirne i colpi e studiarne i sintomi affinché si possa rimarginare la bruciante ferita.

Antonio Allard

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