Valon Behrami al veleno ma il “problema” non era solo Benitez

“Nessun problema di modulo ma vivo molto il rapporto con l’allenatore. Con Mazzarri avevo un legame più solido, con Benitez, bravo allenatore e persona, avevo meno feeling. Nella mia testa volevo già provare una nuova esperienza, ho bisogno di fiducia incondizionata per dare il massimo”. (LEGGI QUI per l’intervista integrale). Parole al veleno ma sincere, schiette e dure. A pronunciarle ieri alla radio ufficiale del Napoli è stato Valon Behrami, perno importante del centrocampo azzurro negli ultimi  anni ed approdato ad una settimana in forza all’Amburgo a titolo definitivo. Il legame con il Napoli resta, così come quello con i tifosi che lo hanno sempre sostenuto ed incoraggiato ma c’è qualcosa che nei mesi scorsi non è piaciuto, convincendolo sempre di più a cambiare aria. Quel qualcosa, da quanto dichiarato, porta il nome di Benitez, che ha preferito dalla seconda parte della stagione, un po’ anche forzatamente a causa degli infortuni, una mediana con Inler e Jorginho. Come dargli torto: la qualità, la continuità ed il bene della squadra prima del minutaggio del singolo, con prestazioni importanti che hanno portato alla vittoria della Coppa Italia e del terzo posto in classifica alle spalle delle super Roma e super Juventus.

Il rapporto tra Behrami e Benitez non è mai stato idilliaco, questo era risaputo. Ma a monte, non c’era un feeling mancato ” a pelle” ma diverse situazioni che riguardavano lo svizzero e che non hanno mai convinto né il club né l’allenatore spagnolo, in primis la sbagliata gestione dell’infortunio al piede da parte del giocatore. Poco prima della metà della scorsa annata, lo svizzero ha accusato dopo un fastidio all’adduttore ed alla coscia, un forte dolore al piede che lo perseguitava ormai da tempo. Da dicembre nasce la querelle: operazione o non operazione? E’ continuo scontro tra la federazione svizzera ed il Napoli, il mediano viene visitato a Barcellona ma i pareri restano discordanti: per i primi deve stare a riposo, per lo staff del Dottor De Nicola non va assolutamente operato. Tutto bene ma due lunghi mesi di stop tra luci ed ombre sulla gestione dello stesso infortunio ed una stagione ormai compromessa.

Al ritorno, la coppia Inler-Jorginho era collaudata alla perfezione: alle loro spalle uno Dzemaili sempre decisivo quando subentrava. Valon in campo è un fantasma: fuori ruolo seppur al centro della mediana, non recupera palloni, sbaglia i passaggi più elementari ed è solo la brutta copia del fuoriclasse degli scorsi anni.  Lo svizzero non è più motivato, è sempre triste e meditabondo, chiede anzitempo la cessione. Le voci si susseguono anche alla fine della stagione, anche in Brasile, anche a Dimaro in ritiro. Fino poi, alla nuova avventura con l’Amburgo che lo ha fatto subito rinascere: rete e grandi prestazioni in amichevole, unite a sorrisi ed un volto finalmente disteso.

Che la colpa del suo addio venga addossata a Benitez non è cosa giusta: ogni matrimonio può finire, figuriamoci quelli calcistici, che cavalcano l’onda emotiva, economica e traballante del momento. Il problema era si un clima che forse non aggradava più al giocatore ma anche una decisione presa già tempo fa, di cambiare aria. “Dopo due anni cambio sempre squadra, mi mancano le motivazioni”, disse dopo Natale in un noto programma sportivo del lunedì nel quale era ospite, lasciando già trapelare cosa sarebbe successo in estate.  Ciò che conta però, è lo splendido ricordo che ha lasciato in azzurro e che, lo stesso colore ora è impresso indelebilmente sul suo cuore. E’ questa la più bella vittoria.

Alessia Bartiromo
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