La Procura di Roma inividua i quattro complici di Daniele De Santis a Tor di Quinto

Il pomeriggio del 3 maggio erano lì, a Tor di Quinto, mentre scoppiava l’inferno e un proiettile colpiva Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto a giugno dopo una lunga agonia. La cella agganciata dai loro cellulari lo conferma. Gli uomini della Digos sono arrivati ai quattro ultrà della Roma, finiti sul registro degli indagati con le stesse accuse formulate per Daniele De Santis, arrestato con l’ipotesi di omicidio volontario, esaminando i tabulati del telefono di De Santis. Giovanissimi, poco più che ventenni, erano degli habitué della curva Nord. Sono stati perquisiti venti giorni fa e gli investigatori stanno ancora esaminando computer e cellulari portati via dalle loro abitazioni. La notizia del
coinvolgimento dei quattro era già stata diffusa all’indomani delle perquisizioni e adesso trova conferma, nonostante il procuratore Giuseppe Pignatone si fosse affrettato a smentirla.

In realtà per i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, titolari del fascicolo, la ricostruzione dei fatti è sempre la stessa: soltanto De Santis, ancora detenuto, avrebbe sparato. Sono stati però accertati i suoi complici, dei quali ora si conoscono anche i nomi. I quattro indagati sono stati iscritti sul registro degli indagati con le ipotesi di omicidio volontario, rissa e lesioni gravi, anche se tutti i testimoni sostengono che soltanto De Santis abbia lanciato petardi contro il pullman dei tifosi azzurri e nessuno affermi di averli visti sparare.

Ma erano lì, e secondo gli inquirenti, avrebbero preso parte al blitz contro i napoletani, poi forse sono scappati quando gli azzurri hanno deciso di rispondere all’aggressione scagliandosi
contro i giallorossi in un inseguimento culminato con quattro colpi di arma da fuoco. Gli uomini della Digos, esaminando i tabulati del cellulare di De Santis (mai ritrovato) hanno individuato i contatti con gli ultrà e poi verificato che i telefoni dei quattro, all’ora degli scontri, hanno agganciato
le stesse celle dell’indagato ritenuto l’autore materiale dell’omicidio.

Daniele De Santis, classe 1966, è il più grande del gruppo. Gli altri che sarebbero stati insieme a lui, il 3 maggio, hanno tra i tra i 23 e i 25 anni, ma anche loro hanno precedenti specifici per episodi da stadio, resistenza e lesioni. Ma meno gravi di quelli commessi dal loro compagno. Abitano a Roma Nord, non lontano dal Circolo Boreale di Tor di Quinto che De Santis difende come custode. E per gli investigatori che conoscono la geografia
dell’Olimpico sono da anni una presenza nota.

FONTE Il Mattino

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