Le Curve azzurre si dissociano dagli atti di vendetta: “Rispettiamo la memoria di Ciro e non fomentiamo violenza”

Botta e risposta. Dai fatti al web. Le reazioni dei tifosi, napoletani e non, all’accoltellamento di Federico Sartucci nel pieno centro storico di Napoli. La reazione più esplicita, ovviamente, su Facebook, il social network per eccellenza. Quello che rappresenta la bacheca virtuale di tutto il mondo. Il modo migliore per far arrivare a tutti, ed in tempo reale, il proprio pensiero. È lì che ha scelto di far sentire la
propria voce un gruppo di tifosi napoletani che sul gruppo Facebook
dedicato alla Curva A ha immediatamente preso
le distanze dai fatti accaduti nella tarda serata di sabato scorso.
Tra le notizie più recenti, e chiaramente tra le più commentate e
condivise (che nel linguaggio del web vuol dire pubblicizzare la foto o la notizia sulla propria bacheca), una foto in primo piano. È quella del titolo del giornale «Cronache di Napoli» che fa riferimento all’accoltellamento di Federico Sartucci.

Il commento dell’amministratore della pagina Facebook è quanto
mai inequivocabile: «Questo non va bene». E giù di seguito centinaia dibotta e risposta tra i vari membri del gruppo. Il dibattito è acceso perché la parte istituzionale del tifo, che si
identifica con il profilo della pagina stessa, ci tiene non solo a ribadire l’estraneità ai fatti da parte dei gruppi organizzati della Curva A, ma ne condanna fortemente l’accaduto. «Le modalità dell’aggressione non sono nella mentalità ultrà. Non si attacca alle spalle e lo si fa sempre in gruppo». Qualcuno risponde con un tono ben diverso e attacca: «È solo il primo di una serie di aggressioni». Altri addirittura utilizzano l’espressione
«daje» per rimarcare la rivalità con la tifoseria romanista alla quale appartiene Daniele De Santis, il responsabile dell’aggressione e dell’omicidio di Ciro Esposito.

Ciò nonostante l’amministratore della pagina continua a predicare
l’assoluta estraneità, ribadendo il concetto che in questo momento
non c’è alcuna volontà di fomentare la violenza: «Portiamo rispetto per la famiglia di Ciro Esposito che ci ha invitato a non compiere alcuna vendetta». La conversazione continua e c’è anche qualcuno che se la prende con le forze dell’ordine che nella sera della finale di Coppa Italia non hanno garantito la sicurezza per tutti. La volontà da parte dei gruppi della Curva A, però, sembra chiara: ribadire la propria estraneità ad un fatto che è assolutamente lontano dalla loro mentalità.

FONTE Il Mattino

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