A sei anni vuole diventare l’allenatore del Celtic. La società gli risponde e lo ringrazia: “Abbiamo già il nostro allenatore, ma forse un giorno accadrà”

Football without fans is nothing” (il calcio senza tifosi è niente). A pronunciare questa frase fu Jock Stein indimenticabile allenatore del Celtic Glasgow Campione d’Europa nel 1967. Se poi i tifosi hanno le sembianze di un bambino di sei anni allora quella frase acquista un valore ancora più forte.

Aiden Headridge, sei anni e giovanissimo tifoso dei Bhoys, ha voluto scrivere una lettera aperta alla società biancoverde per candidarsi al ruolo di allenatore per la prossima stagione visto l’addio di Neil Lennon. Fin qui niente di strano, è il sogno di tutti i tifosi giocare o allenare il proprio club del cuore. La sorpresa, non per chi segue le vicende degli hoops e conosce il rapporto che intercorre tra società e tifosi,  è che il Chief Executive del Celtic Peter Lawwell ha risposto alla missiva inviata dal giovane tifoso. “Come ben sapete abbiamo nominato Ronny Deila come nuovo allenatore del Celtic. Credo che Ronny abbia le conoscenze, l’entusiasmo e la fiducia necessaria per portare il Celtic sempre più in alto. Sono molto entusiasta di questa nuova fase che ci aspetta e spero che lo sia anche tu con la tua famiglia. Sono stato molto contento di sapere che ti piacerebbe essere l’allenatore del Celtic e forse un giorno accadrà. Spero che tu ti stia godendo gli ultimi giorni di scuola in attesa delle vacanze”.

Il piccolo Aiden non è riuscito a nascondere l’ emozione, nonostante la bocciatura della sua candidatura, quando ha letto la lettera che il postino ha consegnato alla sua mamma. “Sono rimasto sorpreso e non credevo a quello che mi diceva la mia mamma. Io ero a scuola quando il postino ha consegnato la lettera, l’ho letta al mio ritorno e dopo poco sono arrivati i giornalisti e i fotografi. Ero un po’ triste per non aver avuto il posto di allenatore, mi sarebbe piaciuto diventare come Jock Stein. Mia madre dice che era il migliore. E’ stato davvero incredibile ricevere una risposta da Peter e dal Celtic, è stata la cosa più bella che mi sia successa. Amo il Celtic”.

Dal sorriso di un bambino di sei anni si possono trarre speranze che il calcio possa tornare ad essere il gioco più bello del mondo e non solo un sistema che produce denaro. Da un bambino di sei anni imparare la passione per i colori della propria squadra del cuore. Da un club come il Celtic acquisire il rispetto che ogni società dovrebbe avere nei confronti dei propri tifosi.

Questa la lettera che il piccolo Aiden si è visto recapitare a casa.

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