Lorenzo Insigne, la strada è in salita ma si vola in Brasile con umiltà ed ambizione

Non è da tutti festeggiare il giorno del proprio ventitreesimo compleanno in campo, con la maglia della Nazionale del proprio paese, il giorno prima della partenza per il Brasile, destinazione Mondiale. Tantissime emozioni da vivere in pochissimo tempo per Lorenzo Insigne, ragazzo solo per l’età anagrafica: la maturità gliel’ha data un’educazione rigida ma ricca di affetto, una famiglia splendida ed una moglie, Jenny, che lo ha fatto diventare padre già da un anno, del bellissimo Carmine. A guardarlo così, con il piglio da scugnizzo, Lorenzo è il classico ragazzo di oggi: pieno di tatuaggi, look casual e capello sparato. Basta scavare più in fondo per carpire ciò che ha davvero dentro e cosa sarà questo Mondiale per lui.

Alla sua età, la più grande competizione calcistica internazionale esistente, è solo una delle tante chance: nel caso di mancata convocazione, avrebbe potuto sperare nella miglior sorte nel 2018 ed ancora nel 2022. Ha tutto dalla sua parte, eppure, grazie ad una bella stagione con il Napoli ed ad una strepitosa finale di Coppa Italia, quel posto tra i 23 (fino ad oggi 25) azzurri se l’è davvero meritato, conquistandolo e costruendolo giorno dopo giorno, sacrificio dopo sacrificio.

Viverlo poi con i due amici e compagni di sempre, Ciro Immobile e Marco Verratti è ancora più bello. Lorenzo ieri sera sperava in un regalo da Prandelli: partire titolare nell’amichevole contro il Lussemburgo, per dimostrare ancora una volta a tutti il suo valore. Il cittì Prandelli invece, ha preferito la coppia Balotelli-Cassano, lasciando al suo numero ventidue, soltanto spazio nei dieci minuti finali. I più difficili, quelli dove il Lussemburgo ha pareggiato e l’Italia si apprestava ad una rivoluzione tattica in corsa, reduce dalle sei sostituzioni operate. Nonostante ciò, Insigne ha giocato comunque bene, palesando altruismo e sicurezza ma ancora un briciolo di fumosità di troppo.

Inutile negarlo, la strada in Brasile per lui ahimè, sarà in salita: c’è da scalzare la concorrenza di fuoriclasse esperti quali Cassano, Immobile e Candreva. Nulla però, è detto: la grande umiltà e l’immensa ambizione fanno si che Lorenzo possa comunque imparare il massimo da questa splendida esperienza, facendosi trovare pronto quando chiamato in causa. In bocca al lupo Lorenzinho, porta al Mondiale anche un po’ d’azzurro, quello del tuo Napoli.

Alessia Bartiromo
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