Agguato a Zuniga, ecco come è andata la rapina. E intanto le indagini…

“Sì, ho avuto l’impressione che ci stessero seguendo da un po’, mi ero accorto della presenza di quei due sullo scooter. Come è andata la rapina? È durata pochi istanti: si sono affiancati al finestrino, io ero seduto dal lato passeggeri, uno dei due ha estratto la pistola e ha bussato al finestrino. Si, ha bussato con la canna della pistola, urtandola sul finestrino, quando l’ho abbassato mi ha detto in modo chiaro: “Dammi l’orologio…”.

Ecco il racconto di Zuniga dopo aver subito la rapina del Rolex sabato sera dopo l’allenamento al San Paolo. L’Inchiesta del caso è condotta dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, agli ordini del colonnello Marco Minicucci. Si punta a ricostruire il possibile canale di ricettazione della refurtiva, oltre a svolgere accertamenti sulla moto usata dal rapinatore ( probabilmente si tratta di un mezzo rubato). Possibile che la Mini dei calciatori sia stata presa di mira sin da subito, ma è difficile pensare che la rapina rientri nella cosiddetta strategia punitiva organizzata dai Mastiffs, secondo quanto ha raccontato ai pm di Napoli il pentito della camorra Raffaele Russomagno.  Stando all’ex esponente del clan Mazzella, certe rapine sono consumate a scopo punitivo, per rispondere a chi ha preso le distanze dal tifo, a chi non aderisce a iniziative dei vari gruppi organizzati o a chi non onora la maglia in campo.

Fonte: Il Mattino

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