Ricorso d’urgenza o ordinario, il Napoli studia le contromosse per riaprire il San Paolo al pubblico

L’ufficio legale del Napoli non ha ancora iniziato a studiare gli atti della sentenza perché non sono stati ancora recapitati. La Lega dovrebbe farlo lunedì mattina e successivamente il club azzurro deciderà cosa fare: ricorso d’urgenza oppure uno ordinario che presuppone che il San Paolo resterà senza pubblico contro il Verona, nell’ultima giornata di campionato, il prossimo 18 maggio.

Lunga e articolata la motivazione che ha portato alla chiusura dello stadio per due turni da parte del giudice sportivo Tosel: ovvio, il Napoli non ci sta ad essere considerato responsabile, neppure oggettivamente, del ritardo dell’inizio della gara. E appare complicato che possa essere accolta una simile tesi. Ma i dirigenti azzurri sanno che sarà assai difficile liberarsi da questo cappio. Il Napoli non può contestare i fischi all’inno nazionale, il lancio di petardi e l’invasione finale di campo ma ritiene che non possa essere motivo di una chiusura del San Paolo, ma al massimo solo di una ammenda.

Il Napoli prenderà visione della relazione degli ispettori federali presenti all’Olimpico e deciderà. Ed è possibile che non si proceda al ricorso di urgenza. De Laurentiis punta fondamentalmente a riavere il San Paolo aperto per la prima della prossima stagione, anche se la squalifica è soprattutto uno smacco a cui il presidente del Napoli vorrebbe mettere fine.Nel caso in cui il Napoli, invece, ritenesse fondata l’ipotesi che il ricorso possa essere accettato, farebbe ancora in tempo a procedere d’urgenza: in questo caso, la prima sezione della Corte federale discuterà il merito del ricorso tra mercoledì e giovedì.

Fonte: Il Mattino

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