Higuain vuole la prima coppa. Il Pipita è pronto per il gran finale in azzurro prima del mondiale

Ha stretto i denti; fatto di tutto per smaltire la contusione alla tibia destra; s’è impegnato fino all’inverosimile per essere in campo nella gara che vale la Coppa Italia. E stasera Gonzalo Higuain sarà al suo posto. Cadute anche le ultime remore. Ieri appena messo piede all’Olimpico, si è sentito come rinato. Da quello stadio è uscito sempre da protagonista. La prima volta, il 14 agosto 2013, con la maglia dell’Argentina contro l’Italia: il suo gol dell’iniziale vantaggio su assist di Lamela, poi il pare di Insigne, quindi la rete della vittoria firmata da Banega su assist del Pipita. La seconda, a dicembre dello stesso anno, al cospetto della Lazio: fu lui, con una doppietta, a trascinare il Napoli. E l’ultima, lo scorso febbraio, ospite della Roma in Coppa Italia quando con un colpo da maestro costrinse De Sanctis ad un autogol.

RE DI COPPA – Ma Higuain è stato anche l’artefice di questa qualificazione tricolore. In particolare al San Paolo. Sua la rete che estromise la Lazio agli Ottavi di finale. E suo, anche il secondo gol alla Roma nella gara di ritorno della semifinale sotto gli occhi di Maradona. Non c’è due senza tre: manca il guizzo che può valere più di tutti: quello che assegna il primo titolo della gestione-Benitez. La notte dell’Olimpico per coronare una stagione al di là di ogni aspettativa. Per il Pipita la prima stagione in maglia azzurra ha confermato le sue qualità di uomo-squadra, attaccante moderno, di punta capace di andare in gol da ogni posizione o di mandare a rete i compagni. Un calciatore capace di segnare diciassette reti in campionato, quattro in Champions League, una in Europa League, due in Coppa Italia. Eppure si trascinava un peso non indifferente alle spalle: far dimenticare un fromoliere del calibro di Cavani. Gol e assist. Magie e giocate di grande intelligenza tattica. Con Higuain, il Napoli è tutt’altra cosa. Gioca con un’altra autorevolezza. Sa di poter contare su campione che da solo è capace di risolvere una gara.

I TIFOSI – El Pipita, poi, è entrato subito in sintonia con il tifoso napoletano. Non solo per le sue giocate da fuoriclasse. Anche per la sua estrema sensibilità: le lacrime dopo l’eliminazione dalla Champions, l’esultanza dopo ogni gol, i salti di gioia dopo il tre a zero alla Roma in Coppa Italia che ha portato i suoi fin qui. Per quello, quando si è lasciato andare alla smorfia di dolore dopo l’entrata di Andreolli, tutta la tifoseria partenopea ha tremato. Gonzalo, ormai, è uno di loro. Lo sentono legato alla maglia quasi quanto Maradona.

IL MONDIALE – Stasera all’Olimpico è atteso il ct dell’Argentina, Sabella. Viene a spiare Fernandez, Gonzalo Rodriguez e soprattutto l’altro Gonzalo, quello che in Brasile dovrà esplodere, nonché respingere una concorrenza agguerritissima. La notte dell’Olimpico, quindi, come trampolino di lancio per il mondiale. Ma Higuain sogna di alzare quella coppa sotto gli occhi dei tremila napoletani e ripetere “te quiero” perché tanto amore il Pipita non l’aveva mai ricevuto. Ecco perché ha stretto i denti e stasera vuole esserci, seppure con una speciale fasciatura alla tibia contusa.

Fonte: Rino Cesarano per il Corriere dello Sport

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