Dopo lo scempio, la partita e la vittoria. Linfa vitale per progettare il futuro

Finalmente arriva la finale tanto attesa. Finalmente arriva, con un’ora di ritardo rispetto all’orario prestabilito. Avvenimenti incresciosi fuori la stadio Olimpico di Roma prima del match. Fatti estranei allo sport, ma che spesso macchiano questo gioco con gocce rosso sangue.

Fiorentina contro Napoli, la viola contro gli azzurri, Montella contro Benitez, la quarta contro la terza del campionato.

Montella usa il pallottoliere per contare gli assenti, recupera in extremis Rossi e lo porta in panchina. Neto e Borja Valero stringono i denti e sono del match. Il Napoli che scende in campo è invece quello delle grandi occasioni. Tutti disponibili per Benitez che manda in campo la formazione tipo dell’ultimo periodo.

Si entra in campo in un’atmosfera surreale, la curva azzurra assisterà alla partita in silenzio. I giocatori dopo l’inno nazionale (fischiato da quasi tutto lo stadio) effettuano un ulteriore riscaldamento. Pronti, via finalmente si gioca.

Squadre che provano subito ad imporre il proprio gioco. Fiorentina che inizia a palleggiare in scioltezza ma che prontamente subisce il contropiede azzurro. E’ questo il leitmotiv dei primi minuti di gioco. Dopo appena sei minuti su un calcio d’angolo la palla carambola sui piedi di Higuain che da due passi non riesce a deviare in gol. E’ solo il preludio del gol azzurro che arriva dopo pochi minuti. Minuto undici, Napoli che parte velocemente in contropiede, complice un pallone perso a centrocampo dai viola. Hamsik perfora il centrocampo per vie centrale ed imbecca un isolato Insigne che accorre dalla sinistra. Il folletto partenopeo non pensa neanche allo stop e tira di prima sul palo più lontano. Colpo da biliardo, palo-gol..siamo in vantaggio.

Passano altri sei minuti ed i viola commettono lo stesso errore. Minuto diciassette, Higuain viene lanciato dai centrocampisti fiorentini e si invola verso la porta difesa da Neto. Saltato di netto Savic sulla destra dell’attacco e palla rasoterra in area. Insigne è in stato di grazia e tira ancora una volta di prima. Complice una deviazione, ma il risultato è la palla alle spalle dell’estremo difensore viola. Palla al centro, una sola squadra in campo.

Quando la Fiorentina sembra barcollare perdendo la bussola del gioco però sbuca Vargas sulla linea del fuorigioco. Sinistro al volo che si insacca alla destra di Reina. I viola ritornano su e stringono gli azzurri nella propria area con un palleggio prolungato mentre si conclude il primo tempo.

Stesse formazioni all’inizio della seconda frazione di gioco. Fiorentina d’assalto che prova ad imporre ancora una volta il proprio gioco contro un Napoli sornione che attende come una iena l’errore dell’avversario per ripartire. Benitez prova a mischiare le carte quando inserisce Mertens al posto di Hamsik (colpito duro ad un polpaccio) e Pandev per Higuain. Non è da meno Montella che si gioca la carta Rossi al posto di Joaquin. Il macedone potrebbe essere proprio l’uomo della provvidenza quando si trova davanti alla porta imbeccato da Mertens. Non piazza però il colpo finale, bravissimo Neto.

Quando Inler ingenuamente colpisce da dietro Ilicic e si becca il secondo cartellino giallo s’intravede un finale al cardiopalma. Fiorentina che preme con continuità ed è proprio Ilicic ad avere la palla del pareggio. Errore in ripartenza del Napoli, Matri trova il trequartista viola sulla sinistra della difesa azzurra. Il suo tiro a giro sembra non finire mai sul fondo. Istanti che passano lentissimi. Reina può raccogliere la palla dal fondo campo.

Nel momento di maggior sforzo viola però il Napoli trova il gol della vittoria. Ancora lui, il match winner, ancora lui il subentrante. Come contro la Juventus al San Paolo. Dries Mertens di sinistro a chiudere il match.

Portiamo a casa la Coppa, come due anni fa. La quinta Coppa Italia è nostra, di Benitez, della società, di ogni singolo giocatore.

La Coppia Italia è dei tifosi, di quelli veri.

Antonio Picarelli

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