Rafa Benitez, il re di Coppe alle prese con gli ultimi dubbi di formazione

L’attesa è tanta. E anche la tensione continua a crescere con l’avvicinarsi dell’evento. Si, perché da queste parti la finale di coppa Italia è considerata come un qualcosa di particolare, soprattutto adesso che questo trofeo resta l’ultima opportunità utile per dare un senso alla stagione. D’accordo, per il Napoli, c’è sempre un terzo posto e la possibilità di giocare nella prossima stagione i preliminari di Champions League, ma il programma iniziale del club aveva ben altri obiettivi: Aurelio De Laurentiis, Rafa Benitez e qualche giocatore avevano parlato di scudetto, nella passata estate. Ma la storia del campionato ha raccontato tutt’altra realtà: il dominio di Juventus e Roma, evidenziato dai numeri della classifica. Con i bianconeri ormai a un passo dal titolo.

Finali Benitez. Ci sono altri numeri, però, che trasmettono ottimismo e riguardano il curriculum dell’allenatore spagnolo. Nel corso della carriera, Benitez ha disputato ben 14 finali, vincendone 8 e perdendone 6. L’ultima vittoria risale proprio allo scorso anno, quando battendo il Benfica, ha conquistato alla guida dell Chelsea l’Europa League. La più memorabile e anche più incredibile, tuttavia, risale alla primavera del 2005 quando allenava il Liverpool: nella finale di Champions League a Istanbul, recuperò tre reti al Milan e conquistò la coppa vincendo ai rigori. In Italia, invece, ha guidato, non senza polemiche, l’Inter alla vittoria della Supercoppa Italiana (3-1 alla Roma) e alla conquista del mondiale per club (3-1 al Mazembe) nel 2010.

Delusioni. Tra le finali perse, c’è quella contro il Milan, in Champions (1-2) nel 2007 ed il mondiale per club contro il Corinthias (0-1) nel 2012.

Motivazioni. Le statistiche, dunque, sono dalla sua parte, come i pronostici dell’ultima ora che danno il Napoli favorito per la finale di sabato a Roma. Ma Benitez ha catechizzato la squadra, l’esperienza gli ha consigliato di non fidarsi troppo delle percentuali della vigilia. Napoli e Fiorentina si giocheranno tutto in 90’ o al massimo 120’ se dovessero finire in parità i tempi regolamentari. E trattandosi di una partita secca, potrebbero valere le motivazioni e il carattere più delle qualità tecniche.

Ansia. Higuain L’attaccante argentino ha continuato le terapie anche ieri e oggi dovrebbe provare per la prima volta a correre e calciare. Il medico sociale, Alfonso De Nicola, ha preferito non accelerare i tempi di recupero in modo da consentire il riassorbimento dell’edema alla gamba destra, conseguenza dello scontro con Andreolli, sabato sera nella sfida pareggiata (0-0) contro l’Inter dell’ex tecnico Walter Mazzarri. Il dolore persiste e, dunque, non è escluso che al Pipita possa essere applicata una protezione sulla parte contusa per renderlo disponibile nella gara più importante della stagione.

Piano B. Intanto, Benitez starebbe pure valutando un ulteriore piano B: se il Pipita non dovesse farcela, sarebbe pronto Goran Pandev, che riscuote maggiori consensi rispetto al colombiano Zapata da parte dell’allenatore spagnolo. Per la finale, dunque, Benitez avrà a disposizione tutto l’organico ad eccezione del portiere Rafael che sta recuperando in Brasile dopo l’intervento al ginocchio.

FONTE Gazzetta dello Sport

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