L’importanza di chiamarsi Gonzalo Higuain e giocare la finale di Coppa

Urliamolo pure a gran voce e con convinzione: un altro giocatore come Gonzalo Higuain è davvero difficile da trovare. Non impossibile, perché siamo innamorati ma restiamo realisti. Eppure, a pensarci bene, il Pipita resta una squisita sintesi di tutto il bello del calcio e di ciò he deve esprimere un vero attaccante che, oltre ad immense qualità tecniche e tattiche unisce estro, carattere, intelligenza ed un gran cuore.  Un mix esplosivo che a Napoli sta facendo faville, entrando subito e di diritto nei cuori dei tifosi partenopei che lo vedono come un vero e proprio idolo, trascinatore di una squadra proiettata verso traguardi importanti.

LO SPAVENTO. Alzi la mano chi non ha vissuto attimi di terrore davanti alla tv sabato sera nel vedere Higuain cadere dolorante e disperato dopo uno scontro di gioco con Andreolli il quale ha deviato in anticipo la sfera prima che il giocatore potesse tirare e beffare Handanovic. L’impatto letale è stato proprio quello con il pallone, che ha fatto temere fino al post partita il peggio. Poi la prima diagnosi: forte contusione alla tibia destra, perone non interessato e soprattutto, niente fratture. Solo tanto dolore ed un grande spavento insomma, nonostante i tempi di recupero siano ancora da definire. Ma il Napoli ha bisogno della sua punta di diamante e nei prossimi giorni emetterà il verdetto definitivo, nonostante avverta già meno dolore durante le terapie di ieri a Castel Volturno.

TITOLARE INAMOVIBILE. “Nella Fiorentina mancano Rossi, Gomez e Cuadrado, al Napoli può mancare Higuain”, “Nessuna paura, nel caso giocheranno Duvan o Pandev” diranno molti. Eppure, a parte la grossa mole di esperienza e di qualità che il numero nove porta di diritto con sé, sono varie le ragioni per le quali deve assolutamente scendere in campo sabato nella finale di Coppa contro la Fiorentina. Prima di tutto, perché il Napoli ha bisogno di un vero trascinatore e non bastano Hamsik o Reina. L’argentino è capace di prendere per mano un intero reparto, ripiegare in difesa, creare assist, cross, rendersi pericoloso di testa di piede, da calcio da fermo, in area piccola e da fuori, sempre e comunque. Gioca per i compagni e ti inventa il colpo da maestro, è un avanti completo ed intelligente che sa come mettere in difficoltà gli avversari. Non solo qualità ma anche quantità: ben diciassette reti in campionato ed in gol in tutte le competizioni, è una vera e propria macchina da guerra. Ultimo e non ultimo, il grande attaccamento alla maglia, nonostante sia il primo anno in azzurro. Le sue lacrime nel match d’addio di Champions League contro l’Arsenal scaldano ancora il cuore dei tifosi: la sua disperazione era quella della gente sugli spalti, la sua voglia di vincere quella di coloro che affolleranno l’Olimpico di azzurro.

L’ANSIA DELL’ATTESA. Altri due giorni per conoscere il verdetto, nonostante in città si respiri un’aria di forzato ottimismo: la finale di Coppa Italia deve assolutamente avere tra i suoi protagonisti Gonzalo Higuain, per non avere rimpianti e per giocare al massimo per vincere ed alzare una Coppa sotto il cielo di Roma.

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