Tra vendette non consumate e tanti rimpianti, il match di San Siro si rivela un grande “nulla di fatto”

Si conclude con un sostanziale nulla di fatto la sfida tra Inter e Napoli: i nerazzurri non agguantano la vittoria che avrebbe permesso loro di tenere il passo della Fiorentina (vittoriosa nell’anticipo delle 18 contro il Bologna) e non mollare la lotta per il quarto posto, mentre gli azzurri, proprio in virtù della vittoria della Viola, non staccano ancora il matematico pass per la qualificazione ai preliminari di Champions League che restano, comunque, solamente da formalizzare.

DESTINI INCROCIATI – Al di là delle esigenze di classifica, il match di San Siro si presentava alla viglia come una sfida di destini incrociati, di vendette meditate e di ex in cerca di rivalsa. Rappresentava, soprattutto, Mazzarri contro Benitez: lo spagnolo tornava a Milano dopo la breve e infelice parentesi del 2010, seppur condita da due trofei. Walter Mazzarri, invece, affrontava il suo passato, recentissimo e travagliato dopo un addio tutt’altro che idilliaco con la piazza che lo ha consacrato quale uno dei tecnici italiani più importanti.

VENDETTE MANCATE – Sebbene nelle dichiarazioni che hanno accompagnato la sfida Benitez l’avesse opportunamente celato con il suo classico aplomb, il desiderio di tirare un brutto scherzo al suo ex pubblico era altissimo; un rapporto complicato quello con la piazza interista che, reduce dalla sboria post-triplete e con ancora negli occhi le gesta di Josè Mourinho, aveva accolto con freddezza e diffidenza il tecnico ex Liverpool. Ma lo 0-0 non ha soddisfatto in toto Benitez, quantomeno sul piano dei risulato. Il Napoli, però, si è reso protagonista di una buona prestazione, in particolar modo nel secondo tempo, sfoggiando personalità e carisma nella spasmodica ricerca del gol che è mancato unicamente per sfortuna. Nessuna vendetta personale, dunque, ma buone indicazioni per il mister azzurro in vista della finale di Coppa Italia.

Il pareggio a reti bianche spegne anche il fuoco che ardeva Walter Mazzarri, desideroso forse più del dirimpettaio di togliersi una soddisfazione contro la sua ex squadra, magari per legittimare un cambio di panchina che, a conti fatti, non ha rappresentato per il toscano quel salto di qualità che tanto agognava.

Antonio Allard

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