Al Meazza il made in Italy non fa tendenza. E la scugnizzeria?

Il 21 agosto 2011 De Laurentiis lanciò un nuovo termine, coniato subito da tifosi e giornalisti: scugnizzeria. Il presidente partenopeo infatti, seguendo il modello Barcellona, manifestò in quel giorno, per la prima volta, la sua voglia di far crescere giovani napoletani nel proprio settore giovanile per poi, poco alla volta, inserirli in prima squadra. Un’idea positiva per rilanciare un calcio italiano ormai sempre più privo di denaro. Un’idea che però, a distanza di tre anni, sembra quasi accantonata.

La Primavera azzurra cresce bene e vanta tanti piccoli talenti al suo interno, ma l’avvento di Benitez sembra aver portato una ventata di novità in casa azzurra. Nella rosa infatti è cresciuto in maniera consistente il numero di stranieri, al punto che stasera al Meazza (se Insigne non dovesse scendere in campo) ci sarebbero ben 22 calciatori non italiani sul terreno di gioco. Niente di male, per carità, ma siamo sicuri che la “scugnizzeria” sia ancora nella mente e nel cuore della società azzurra? Gli obiettivi in vista del prossimo mercato dicono già di no, ma mai dire mai…

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