ESCLUSIVA SN- Gianluca Monti, GdS: “Mazzarri va elogiato per il lavoro svolto a Napoli. Stagione di transizione, decisiva la finale del 3 Maggio. L’anno prossimo non ci saranno alibi”

Gianluca Monti, collega della Gazzetta dello Sport, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva per la redazione di SpazioNapoli. Un intenso scambio di battute, spaziando tra la sfida di sabato sera, che vedrà Mazzarri affrontare gli azzurri per la seconda volta dal suo addio tormentato dello scorso maggio, il presente e il futuro del Napoli.

Inter e Napoli si affronteranno a San Siro nell’anticipo della 35a giornata. Ovvio che questa sfida abbia giocoforza un nome e un cognome: Walter Mazzarri. L’accoglienza nella partita d’andata non fu certo “idilliaca” in molti settori del San Paolo. Ritieni invece sia giusto riconoscere i meriti dell’allenatore di San Vincenzo?

Assolutamente. Mazzarri e il suo staff vanno indubbiamente elogiati per il lavoro svolto a Napoli in quattro anni intensi. Stagioni in cui il Napoli ha vinto una Coppa Italia, disputato un’ottima Champions, arrivando a giocarsi almeno due volte lo scudetto. Prospettive che prima del suo arrivo non erano appannaggio della società azzurra. Non mi è assolutamente piaciuta l’accoglienza riservata a Mazzarri all’andata, a Napoli spesso c’è questo brutto vizio di ritenere “traditori” coloro i quali abbandonano la piazza per altri lidi. E’ successo con Lavezzi, con Cavani, ed è successo con l’ex tecnico azzurro. E’ lecito che dopo quattro stagioni un professionista si senta svuotato, non abbia più stimoli. Mazzarri evidentemente non poteva più garantire quella “ferocia” che ha sempre contraddistinto il suo lavoro, ed è giusto che abbia vagliato altre prospettive.

Si potrebbe persino ritenere che l’addio di Mazzarri abbia forzato la mano del presidente De Laurentiis, costringendolo a investire in maniera corposa su tecnico e calciatori di livello internazionale. Cosa che forse non sarebbe accaduta con la permanenza del tecnico livornese..

Non credo, sono convinto che De Laurentiis puntasse molto su Mazzarri e di certo l’avrebbe accontentato seguendo le sue direttive e investendo di conseguenza. Di certo l’ingaggio di un grande allenatore come Benitez ha spostato l’asticella in quel processo di “internazionalizzazione”  al quale il presidente ha sempre guardato con grande interesse.

Guardando al presente, la stagione volge ormai al termine, il secondo posto è ormai irraggiungibile mentre l’accesso ai preliminari di Champions potrebbe essere matematico già sabato sera. Resta la finale di Coppa Italia del 3 Maggio. La Juventus è scappata a novembre tenendo un ritmo mostruoso, ma non ritieni, sebbene tu abbia sempre affermato che la Roma fosse quest’anno più attrezzata degli azzurri, che il distacco di 14 punti dai giallorossi sia eccessivo?

Sono sempre stato convinto che la Roma avesse un organico più attrezzato per la corsa al secondo posto, soprattutto partendo dal presupposto del non avere impegni europei che di certo logorano alla distanza. Ma lo stesso Garcìa ha già messo in chiaro che la prossima stagione sarà differente e dovranno operare di conseguenza. I punti di distanza sono indubbiamente tanti, era lecito aspettarsi che il Napoli potesse competere con i giallorossi fino alla fine accusando almeno un gap di punti inferiore. Quella degli azzurri è stata una stagione particolare, contraddistinta anche dalle tante assenze che hanno condizionato quest’annata. La rosa, un po’ striminzita, ha patito soprattutto queste contingenze, dimostrandosi non all’altezza per affrontare al massimo tutte le competizioni. Ottimo girone di Champions, ma l’Europa League rappresenta una nota dolente. Il Napoli non è stato certo fortunato ma l’approccio alla doppia-sfida contro il Porto doveva essere migliore. Analizzando il cammino immediatamente successivo dei portoghesi sono convinto che il Napoli avesse tutte le possibilità di arrivare in fondo alla competizione. La finale del 3 maggio è una partita importante, una stagione ad oggi da 6 può diventare da 8 conquistando un titolo.

Una rosa non proprio completa, certo, ma se si analizza il mercato azzurro di quest’anno non è stato sbagliato assolutamente nulla, tanti acquisti e tutti di valore, non credi?

Pienamente d’accordo. Il lavoro svolto da Bigon e Benitez, è stato di assoluto livello. D’altro canto era impensabile cambiare in un anno un’intera rosa acquistando 20 elementi. Questa, come detto da De Laurentiis ultimamente, è stata una stagione di transizione, in estate la rosa andrà impreziosita con i tasselli giusti per permettere a Benitez di rendere al massimo. Ecco, in questo  frangente forse c’è stato un errore nella comunicazione da parte della società. Ad inizio stagione i propositi erano altri, si parlava di competere da subito in tutte le competizioni e lo ricordiamo tutti, sarebbe stato diverso se di transizione si fosse parlato in estate e non oggi a stagione quasi conclusa. Quello che è certo è che la società e il tecnico l’anno prossimo dovranno lavorare in un’unica direzione, non ci saranno più alibi. Dovrà essere ben chiara la convinzione, fin dal primo calcio d’inizio, che la piazza adesso vuole vincere.

Piazza che, va dato atto, si è dimostrata indubbiamente matura. Nonostante – come detto anche da te – le premesse fossero diverse, ha accettato di buon grado una stagione contornata da alti e bassi.

I tifosi hanno dimostrato grandissima maturità e di essere pronti a grandi traguardi. Hanno accettato serenamente l’esito di questa annata mostrando un’estrema fiducia nel tecnico e in un progetto che ritengono possa portare in alto il Napoli. 

Per vincere sarà fondamentale migliorare l’organico con acquisti di livello, ma non ritieni che per evitare le tante battute d’arresto capitate quest’anno debba mutare qualcosa anche nell’approccio del tecnico azzurro a certe sfide?

Il mercato, come detto, sarà un crocevia essenziale. La società ha l’obbligo di assecondare le richieste di Benitez affinché possa esaltare al massimo la sua idea di calcio, e lo spagnolo dovrà anche essere chiaro nel caso non accadesse. Va però detto che il tecnico si è sempre espresso chiaramente: per crescere questa squadra deve acquisire maturità e concretezza, e non si comprano al supermercato. Di certo sarà importante acquistare calciatori che possano portare in dote queste caratteristiche, la giusta esperienza, ma è necessario anche che in certe sfide questi valori vengano inculcati dalla guida tecnica. L’anno prossimo, con un gruppo già coeso e non più radicalmente rinnovato – come accaduto quest’anno – con i giusti innesti, e perché no con un Benitez con un’esperienza maggiore nel nostro campionato e più affine ad una mentalità italiana, i risultati potranno essere diversi.

Edoardo Brancaccio

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