L’editoriale di Alessia Bartiromo: “Caro Mazzarri, sabato è un giorno come un altro…”

Pasqua ormai è passata e si ritorna alla solita quotidianità, fatta di pranzi e cene più moderate, tanto lavoro, caos cittadino e finalmente ancora tanto, tanto calcio giocato. L’atipico sabato Santo con tutti i match di serie A ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi azzurri, che speravano di trovare nel simbolico uovo pasquale partenopeo del ‘Friuli’ tre ghiotti punti per proseguire il filotto di vittorie ed invece tra un casatiello ed un tagliere di salumi, hanno dovuto fare i conti con i soliti limiti di un Napoli poco cinico ed alla ricerca della totale maturità anche contro i team “medio piccoli”.

Aprile sta ormai terminando e la finale di Coppa Italia a Roma si avvicina sempre di più ma prima c’è un altro big match da non disattendere: sabato a “San Siro” Higuain e compagni affronteranno l’Inter, ancora in lotta per un piazzamento d’Europa e reduce da una stagione semi fallimentare, tra numerosissimi bassi e pochi alti. Nel soffermarsi sull’avversaria, ci si immagina una sfida interessante, aperta a qualsiasi tipo di risultato e ricca di ex in campo: nel citarne solo alcuni ci saranno Pandev, Campagnaro, Rolando, Benitez fino a, rullo di tamburi, Walter Mazzarri. Eh si, proprio colui che ha scelto Milano per effettuare il salto di qualità, perchè sotto l’ombra del Vesuvio non aveva più stimoli (che brutto flashback, mi sembra di parlare di Quagliarella…) e che si è ritrovato a capo di una squadra allo sbando, che ha ancora tutto da dimostrare.

Il rapporto tra Mazzarri e Napoli è stato sempre abbastanza idilliaco, fino alla sbagliata gestione del suo addio lo scorso maggio: nel calcio è giusto e  comprensibile che termini un ciclo, ma dopo aver dato tanto e ricevuto ancor di più da una piazza importante, esigente e totalmente amorevole come Napoli, bisogna saper affrontare al meglio anche il distacco, per lasciare un giusto e buon ricordo. Per info a riguardo chiedere ad Edy Reja, tutt’oggi icona indelebile del calcio tinto d’azzurro ed in pianta stabile nel cuore dei tifosi ed addetti ai lavori, i quali ogni volta hanno modo di vederlo, lo riempiono di affetto con una più che meritata standing ovation. Eppure, rispetto a Mazzarri, il tecnico friulano ha fatto molto in meno ma spesso, più che i risultati conta proprio l’atteggiamento e l’attaccamento alla causa partenopea nel tempo, in situazioni più o meno scomode.

Mi duole dirlo, ma come successo proprio con Quagliarella, Lavezzi e Cavani tra tutti, l’attuale tecnico nerazzurro è scappato via contraddicendosi fino all’ultimo secondo, predicando da mesi di volere fortemente un anno di pausa dagli impegni calcistici, prendendosi il giusto tempo per capire cosa ne sarebbe stato del suo futuro ed approdando al club allora ancora di Moratti, solo quarantotto ore dopo. Nell’attivare il valzer di rinnovamento totale, gli azzurri ci hanno sicuramente guadagnato, con l’avvento dell’era Benitez ed un buon salto di qualità anche a livello internazionale, unito ad una rosa competitiva, umile ed in crescita.

Inutile dire che le dichiarazioni al veleno sono già cominciate e continueranno sicuramente fino al post partita di sabato: Benitez, da uomo di classe e spessore quale è non le raccoglie e prosegue per la sua strada: la prossima sarà una giornata di campionato qualunque, senza troppi proclami timori reverenziali. Non c’è tempo per pensare che Napoli ed Inter si affrontano in una sfida tra passato e presente, con intrecci che uniscono calciatori, società e tecnici; non c’è modo di riflettere sugli atteggiamenti che hanno ferito la tifoseria, lasciando l’amaro in bocca. Sabato sera si affronteranno due squadre motivate alla vittoria e che si apprestano a terminare il proprio campionato con obiettivi e traguardi diversi, con un futuro ed ambizioni sicuramente differenti. Caro Mazzarri, spetta a te guardare gli azzurri con un bel po’ di rimpianto e questa volta non trovare alibi: “il meglio deve ancora venire”, è vero, ma questa frase è tutta per il Napoli.

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