Fiducia e convinzione, ecco i segreti della crescita dei giocatori azzurri

Fiducia e convinzione nei propri mezzi, due concetti che nel calcio così come nella vita spesso vanno di pari passo e che riescono spesso a fare la differenza anche in una rosa già esperta e di qualità. Questi due aspetti sono elementi cardine nel metodo di lavoro portato sotto l’ombra del Vesuvio da Rafa Benitez, che nonostante abbia disposto di una rosa in parte voluta ed in altra parte ereditata dal passato, ha sempre fatto sì che ogni pedina avuta in forza godesse del suo spazio, forte delle grandi aspettative che la società vi riponeva. E’ stata proprio questa in tanti casi la chiave del successo, con la crescita di molte pedine che inizialmente hanno iniziato il campionato in sordina e che invece adesso si ritrovano sotto le luci della ribalta partenopea.

Tra questi sicuramente Federico Fernandez, difensore lo scorso anno in prestito al Getafe e tornato in azzurro dopo una nuova esperienza che gli ha regalato un bel carico di maturità in più. Aiutato da una forte empatia con il neo tecnico partenopeo, si è saputo ritagliare sempre più spazio nella rosa, a discapito persino di capitan Cannavaro, poi approdato a gennaio al Sassuolo. Attualmente è un titolare inamovibile, ricambiando a pieno la fiducia del suo tecnico, motivato a dare in massimo anche in vista della conferma della convocazione per il mondiale brasiliano con la sua Nazionale argentina. Ecco che la fiducia si mischia alla continuità nei risultati ed ad una grande crescita, che consacrano il forte difensore tra i migliori non solo della rosa partenopea ma anche in Italia.

Prendendo in esame una sola pedina per reparto, un discorso similare va sicuramente fatto anche per Jorginho. Quella dell’ex Verona è sicuramente una favola, costellata con l’approdo all’ambizioso club di De Laurentiis, fortemente voluto proprio da Benitez. Un vanto non da poco, considerando che lo spagnolo anche nel mercato estivo ha sempre prediletto giocatori già pronti e soprattutto dal peso internazionale, snobbando più per conoscenza che per preconcetto, il mercato nostrano. Eppure si è innamorato di questo gioiello brasiliano naturalizzato italiano, pedina ormai fondamentale del centrocampo del Napoli del presente e del futuro e pedina che mancava da tempo agli azzurri, in grado di verticalizzare il gioco con qualità e con una visione a trecentosessanta gradi.

Infine Mertens: gli attestati di stima per l’ala belga si sprecano. Benitez ha sempre creduto nelle sue qualità, anche quando trovava poco spazio e si perdeva tra dribbling ubriacanti ed una fase difensiva non al top. Con tantissimo lavoro e grande pazienza, è diventato un fuoriclasse pronto a fare sempre la differenza, trascinando i compagni a suon di assist, reti e splendide prestazioni. In lui ha fatto la differenza non solo la fiducia della società e del tecnico spagnolo ma anche quella dei tifosi, che lo hanno sempre supportato ed inneggiato, riconoscendo in lui un concentrato di tecnica e fantasia, anche lui sempre più proiettato al top in ottica Mondiale. Tre esempi che riportano a pieno il diktat di Don Rafè: “sin prisa pero si pausa”, insieme a tanta fiducia, convinzione ed una crescita graduale insieme ad un Napoli proiettato a diventare sempre più grande.

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