Il Napoli sonda il terreno per il mercato ma Benitez ha già le idee molto chiare

Si comincia (ufficialmente) all’inizio di giugno, si chiude (sistematicamente) all’alba di settembre: sono tre mesi se sembra non bastino mai. Però stavolta la forbice si restringe e le urgenze indurranno a muoversi in anticipo, più o meno come un anno fa, quando accadde tutto in fretta, molto in fretta, quando Cavani passò al Psg, quando Higuain atterrò a Napoli (fine luglio), quando la squadra venne praticamente conclusa. Perché poi per evitare di ritrovarsi con il veleno nella coda, meglio giocare d’anticipo. E, dunque, dov’è il problema? «Noi sappiamo come muoverci e devo fare i complimenti a Bigon ed al suo staff perché tra la scorsa estate e gennaio non abbiamo sbagliato niente: in genere, va già bene quando il 70% dei movimenti in entrata rappresentano positività». Il calcio, visto da Benitez, è scienza esatta, radiografata attraverso il (recente) passato e poi filtrata grazie ad un’esperienza ultraventennale che mette al riparo dalle tensioni, dallo stress, dall’ansia di prestazione d’un mercato che talvolta genera preoccupazioni. Il Napoli che nasce nel 2013 parte sparato, afferra al volo Mertens e Callejon, si muove su linee-guida tracciate dal tandem B&B e sottoscritte da De Laurentiis, procede senza traumi e pure senz’incertezze, rispetta rigorosamente il fair play finanziario, però investe cento milioni, ciò che ha incassato dal matador e molto altro ancora.

IL PIANO. Tra tre mesi si riparte, seguendo il codice Benitez, che poi è quello di una società che in dieci anni si è portata avanti a modo suo, attraverso la fertilità delle idee e gli investimenti mirati, spendendo il giusto, mai meno di quanto serviva, ma per il gusto di farlo: «Abbiamo la nostra idea di calcio». Ch’è sulla carta, che è sussurata dal campo, che andrà rifinita attraverso ciò ch’emerge a trattative in corso: perché pure lì, come se fosse una partita, bisogna poi intervenire al volo. Però la traccia esiste: un difensore laterale, un centrale autorevole da sistemare dinnanzi al portiere, un centrocampista di regia in stile Gonalons (e magari proprio lui, chi può dirlo?), poi un altro esterno che vada ad arricchire il «portafoglio» tra le linee ed il vice-Higuain. Zuniga è un rinforzo, va da sé; e Reina non può rappresentare un rimpianto.

FONTE Corriere dello Sport

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