“Nu juorno me faje campà, nu juorno ‘mpazzì” – L’editoriale di Nello Mascia

“Nu juorno me faje campà, nu juorno ‘mpazzì”. Viene in mente la voce
sussurrata di Roberto Murolo.

In una settimana Il Napoli prima schianta la capolista e poi le becca da un
Parma, privo di Cassano e Amauri, che veniva da tre sconfitte di fila.

L’attacco delle meraviglie rimbalza contro una difesa che non fa passare uno
spillo, orchestrata da un sontuoso Paletta. Poi le solite amnesie di Inler, e
la frittata è fatta. Utile imprecare per il rigore su Zapata e per una gomitata
da rosso di Cassani a Fernandez.

Oramai le quattro poltrone di testa rimarranno quelle fino alla fine.

Anche la quarta ormai ha un colore: viola. Più che il goal, si ammira di Juan
Guillermo Cuadrado il coreografico festeggiamento. Si stringe un immaginario
cappio al collo e poi all’improvviso va giù come corpo morto cade. Beata
gioventù.

A proposito di gioventù. A Roma esordisce il misterioso Joseph Minala, il
diciassettenne dai tratti somatici di un signore almeno 20 anni più grande. Il
caso venne fuori all’epoca dell’ultimo torneo di Viareggio. Ora si riapre il
quesito.

Divertente l’episodio. Minala entra a sostituire Lulic. Il serbo indossa il
numero 19, il giovane nigeriano il 58. Al momento dell’ingresso il tabellone
del quarto uomo segna “1958″.
Qualcuno si è subito chiesto: “Sarà mica il suo anno di nascita?”.

Le quattro poltrone di testa rimarranno quelle fino alla fine.

Nonostante l’arrembaggio dei Sangue-oro.
In un’atmosfera terribile e irreale Mattia Destro sbanca Cagliari e porta la
Roma a -5 dalla capolista.

I tifosi sardi sono furenti contro il ceffo Cellino per più di un motivo.
Una squadra senza stadio è una anomalia insostenibile per una tifoseria che
vanta un grande radicamento sul territorio e invoca da tempo un luogo dove
questo radicamento si celebri.

Offende non solo i tifosi, ma anche i calciatori la frase del presidente: “Il
Leeds è una Ferrari il Cagliari una 500”.
Fa bene Daniele Conti a non smentire la sua schiettezza e replicare a muso
duro: “Io sono fiero di essere in questa 500 da quindici anni. Questa piccola
auto è da undici stagioni che si salva”.

La tripletta di Mattia Destro servirà più a procurargli un biglietto per il
Brasile piuttosto che a coltivare sogni impossibili.

Sogni impossibili coltiva Luca Toni che vince il derby di Giulietta e mette
nei guai il Chievo.

Sogni non impossibili coltiva il Sassuolo dopo la sorprendente vittoria a
Bergamo.

La lotta per la retrocessione offre ancora qualche sussulto, in un campionato
fra i più noiosi della storia.

Il Toro delle meraviglie condanna forse definitivamente il Catania. Il cui
presidente, per rimediare, pensa bene di esonerare Maran. Giusto per fare
qualcosa.

Giusto per fare qualcosa Milito spreca il primo rigore fischiato all’Inter
dopo 11 mesi. Stramazzarri, sempre più stranito, dice che l’anno serve per
raccogliere dati, dato che la raccolta punti fa un po’ pena.

Cose che fanno un po’ pena. Marco Tardelli si candida alle Europee per il PD.
Urlo d’orrore.

Nello Mascia

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