Napoli-Juve, la lezione di calcio di Rafa Benitez

Lo vede, Benitez, che un gioco di ottima fattura vale più dei fatturati? Il miglior Napoli della stagione interrompe la striscia della Juve a 22 risultati utili, mantiene le distanze dalla Roma e, soprattutto, trasmette una turbo-carica per la rincorsa al secondo posto. Vittoria secca, netta (2-0) che, per una notte, ha reso inattendibili i 20 punti di distacco. Due gol che sono stati manifesti. Il primo, al 37’ del primo tempo: lancio di Insigne per il dodicesimo acuto di Callejon, l’apoteosi degli esterni. Il raddoppio, al 36’ della ripresa: Reina, Pandev, Mertens. Tre tocchi per percorrere il campo in un amen. Benitez è questo: allargare il campo e tagliarlo in verticale a tutta velocità.

La difesa cresce – Il Napoli, che ha il terzo posto in tasca e una finale di Coppa Italia da giocare, sta già raccogliendo molto, ma vale ancora di più l’idea di calcio seminata, che promette futuro. Benitez ha insegnato a correre sempre verso la porta; ogni sostituzione, anche in vantaggio, spinge avanti la squadra. Finora ha pagato spesso la mancanza di equilibrio, ieri non ha concesso una sola occasione da gol al miglior attacco del campionato. Questi progressi difensivi non valgono meno dei gol segnati. Una Juve dimessa non toglie meriti alla grande prestazione del Napoli. Anche se la squadra di Conte è apparsa anestetizzata dal grande vantaggio e dal pensiero di Lione. Ha subito il primo gol in fuorigioco, ma troppo netto è stato il divario, troppo meritato il successo del Napoli per abusare dell’episodio. Così come a Torino, il primo gol di Llorente in fuorigioco non sporcò la netta vittoria della Juve. Allo Stadium, Conte sfondò sulle fasce, ieri sulle fasce ha perso: gli esterni bassi e alti di Benitez hanno infierito.

Subito Napoli – La vittoria della Roma col Sassuolo ha motivato più il Napoli della Juve: questa la prima impressione del match. Al 20’ Benitez ha già accumulato un impressionante 71,3% di possesso palla e non è un possesso accademico, come dimostra il superlavoro di Buffon che, dopo 10 minuti, ha già una pagella da 8: riflesso imperioso su Callejon, volo angelico su Hamsik. Il Napoli, carico come Benitez alla vigilia, riesce a tenere altissimi Henrique e Ghoulam e sfrutta la buona circolazione di Jorginho e Inler. Così la palla viaggia veloce attorno a una Juve insolitamente rintanata. Insigne, a sinistra, diventa un trampolino di idee, anche più avanzato di Higuain che svaria tantissimo e apre varchi ad Hamsik .

Tevez dove sei? – Gli esterni di Conte sopravvivono allineati ai tre difensori. Pirlo, in tono minore, evade di rado dal pressing di un Hamsik in crescendo; Vidal e Pogba, molli, non rialzano mai la squadra e gli impacciati Llorente e Osvaldo (0 tiri in porta in 7 gettoni di campionato) non tengono una palla là davanti. Come previsto, l’assenza di Tevez non ha tolto alla Juve solo pericolosità offensiva, l’ha scaricata di furore agonistico e l’ha rimpicciolita. Nessuno, come l’Apache, sa allungare la squadra e tenerla alta. La Juve finisce così nel mirino del Napoli che mulina il pugno fino a trovare il varco del k.o. Accade al 37’: ancora una volta Insigne ispira dalla periferia. Ingenuo Asamoah a farsi tagliare fuori da Callejon che gli zompa davanti e fa secco Buffon. Chiellini, appena rientrato dopo essersi cambiato la maglia, non fa in tempo a intervenire. Una pallida Juve chiude il tempo con il 38% di possesso: il precedente peggiore era stato il 39,7% del primo tempo a San Siro contro il Milan. Togliere palla alla Juve per toglierle ritmo e arroganza: il piano di Benitez .

Chiude Mertens –  Nella ripresa Conte rincorre con Isla a destra (per Asamoah) e Lichtsteiner a sinistra. La sostituzione successiva di Pogba (Marchisio) pare una punizione esemplare alle tante stelle rimaste spente. Il Napoli non si limita a contenere, ma riparte appena può, come ama e come sa. E lo dimostra al 36’, con un capolavoro in tre atti: Reina sbraccia lungo per Pandev che lancia Mertens. La palla attraversa il campo in un lampo. Il belga controlla e infila un diagonale chirurgico. Il San Paolo esplode e manda in cielo fuochi d’artificio. La Juventus, che non perdeva dal 20 ottobre, incamera rabbia buona che le tornerà utile a giovedì a Lione. Quel giorno la Roma, dopo il recupero col Parma, potrebbe essere distante «solo» 8 punti.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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