Nei big match il “San Paolo” diventa un bunker, contro la capolista per confermarsi grandi

Quando Zuniga la mise in porta, la sua porta, col tacco, in acrobazia, pure quello sembrò spettacolo. Tutto uno show. L’ultimo atto di una rappresentazione perfetta. Il San Paolo, il teatro dei sogni. Napoli 2 Borussia Dortmund 1. I vice campioni d’Europa battuti. Il muro giallo sgretolato. Jurgen Klopp arrabbiato, deluso e cacciato via dall’arbitro. Nessuno avrebbe immaginato mai che quell’autorete potesse rivelarsi poi decisiva per l’eliminazione. Quella notte era tutto bello. Perché certi notti al San Paolo, da sempre sono così. Il Pipita, quella notte, si levò alto nel cielo di Fuorigrotta. Lo toccò con un dito dalla felicità. Torsione di testa e rete sotto la curva A. Nell’altra porta, quella opposta, finirono invece il pallone e quel poveretto del portierino tedesco Lagerak. Era appena entrato. Punizione di Insigne e gol.

Il miglior Napoli. Quello di Champions, quello della notte, quello delle missioni (im)possibili. Borussia stordito, Marsiglia (ri)battuto, Arsenal travolto. Higuain, sempre lui. E poi Callejon all’ultimo istante. Notti da Napoli. Atmosfere, magie e suggestioni; e i cinquantamila e più. Spesso di più. Uniti. Per tifare Napoli e un po’ anche contro. L’Inter di Mazzarri era l’appuntamento irrinunciabile. Quattro anni lunghi un’epoca. C’erano i riconoscenti per sempre e quelli che s’erano sentiti traditi. Quattro a due il finale. E se Pandev fa gol su rigore, il saluto diventa una “manita” spagnola. Napolissimo. Higuain segna e ispira, di volo e d’esterno. Poi Mertens, Dzemaili e Callejon. Inter…rotto il legame col passato; non con le vittorie. La notte è del Napoli. Tre reti al Milan di Seedorf. Rete di Taarabt: si mette male. Pareggia Inler. Higuain ribalta risultato e umori. E’ festa.

Il Porto l’unico che se l’è cavata: in campo sembrava piccolo piccolo. E’ successo così anche alla Lazio e due volte alla Roma. Il tre a zero indimenticabile. “Notte di Coppa e di campioni”. Anzi di fuoriclasse. C’era lui spettatore, Diego Armando Maradona. Il ritorno nove anni dopo. Squadre in campo eppure tutti gli occhi verso la tribuna. Arrivo improvviso. Dribbla flash e microfoni. Entra ed è il boato. Doppio. Segna subito Higuain. Un assist ideale senza spazio e tempo. L’infinito azzurro. Come certe notti, come certe partite. Come Napoli-Juve by night.

FONTE Corriere dello Sport

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