Callejon incanta i tifosi, jolly azzurro tutto classe, sacrificio e qualità

La versione 2014 di MacGyver, il protagonista del telefilm americano degli Anni 80 che con un filo di spago costruiva un ponte, è un andaluso di 27 anni con la faccia da attore che però di mestiere fa il calciatore-milleusi: trequartista, terzino, centravanti, ala e se occorre anche portiere. Prezioso? A dire poco: perché Jose Maria Callejon, oltre ad essere un atleta formidabile e un giocatore intelligente e forte per davvero, è anche uno che interpreta ogni ruolo con la medesima efficacia. Magari nella stessa partita, com’è accaduto con la Fiorentina: poker e via, tutti a casa. Straordinario a dire poco, il caballero in questione. Un patrimonio. Che anche a Catania dovrà brillare per il bene di tutti.

MERITOCRAZIA MONDIALE. E allora, l’antica saggezza popolare: di necessità, virtù. Si dice così, lo ha fatto Callejon non più tardi di domenica con i viola: comincia a destra del tris della trequarti; scala a fare il terzino dopo l’espulsione di Ghoulam; poi sostituisce Higuain da centravanti; e infine, dopo l’uscita di Mertens e l’ingresso di Pandev, si piazza a recitare da esterno sinistro. Di tutto e di più: tipo calcetto tra amici. Fatto sta che lui ha eseguito ed eseguirà ancora, se il Napoli e Rafa dovessero avere bisogno. Lui chiama, Calleti risponde. E’ così e non c’è nulla di strano: perché tutto quello che produce può soltanto andare a vantaggio della squadra e suo: nel senso che, avendo fatto in questa stagione il possibile e l’impossibile, se il ct Del Bosque continuerà a ignorarne la duttilità e l’incredibile utilità, almeno potrà dormire più che sereno. Anche durante il Mondiale: che, con tutto il rispetto nei confronti di una leva spagnola stellare, lui meriterebbe tutto.

LO STAKANOVISTA. Cose di Spagna, comunque. Al Napoli, e dunque a Benitez, interessa che Callejon continui a disputare la splendida stagione di cui è stato finora protagonista: assolutamente uno degli azzurri più incisivi e di maggiore rendimento. Una sorta di maratoneta, che corre per tre, attacca, difende, ispira e segna: in termini statistici, fino a domenica, in 42 partite giocate ha prodotto 15 gol (10 in campionato, 2 in Champions, 3 in Coppa Italia) e 4 assist. Assente soltanto una volta, per squalifica, in occasione della trasferta con il Sassuolo: poi, sempre sempre in campo; 37 volte dal primo minuto. Una macchina. Un atleta super, veloce di gambe e rapidissimo di pensiero, dotato di superba intelligenza tattica, ottima tecnica individuale e personalità tale da provare il tiro da ogni posizione. Di destro e sinistro. Non ci pensa su due volte, Callejon: bum-bam e via.

VERSO LA JUVE. La profezia di Rafa, «può segnare 20 reti», è lontana cinque passi. Cinque passi appena che, a partire da oggi con il Catania, l’andaluso proverà a compiere per ridurre la distanza. In attesa di domenica, sia chiaro: «Sono felice per il gol con la Roma, ma spero di realizzarne un altro ancora più decisivo e importante: con la Juve al San Paolo, magari, so quanto il popolo azzurro tenga a quella partita». Ha capito davvero tutto, Jose detto Calleti o anche Chulo (dal super amico Sergio Ramos: traduzione vietata ai minori). Sintesi: Catania davanti agli occhi e bianconeri nel binocolo. Due pensieri che si accavallano. Anzi, no: lui fa cento cose insieme. E’ MacCallejon.

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