Dopo la settimana dei sospiri. Ora sotto con la Juventus

La settimana dei sospiri. Così potrebbero essere definiti gli ultimi sette giorni. Dalla cocente sconfitta con il Porto alla sfortunata partita di domenica contro i viola di Montella. Sette giorni o forse qualcosina in meno, giorni di sospiri, di rimpianti e piccoli bilanci parziali.

Sei giorni che terminavano con la sfida di stasera a Catania, dopo un ciclo lunghissimo e pieno di impegni. Quel Catania rimasto sul fondo della classifica a lottare per una salvezza che ormai sembra essere impossibile. Quel Catania unica compagine del sud Italia a braccetto con il Napoli.

Benitez sceglie il Napoli che può. Tante le assenze, tra infortuni e squalifiche. A difendere la porta di Reina c’è una linea a quattro del tutto inedita. Henrique dopo la buona prova contro il Porto ritorna sulla fascia destra, a dimostrare di essere il vero jolly degli azzurri. Réveillère si piazza sulla fascia sinistra a far compagnia a Fernandez e Britos centrali. Dzemaili e Jorginho nella terra di mezzo a far la legna per il trittico di trequartisti (Hamsik, Callejon e Insigne) a supporto di Duvan.

Il giocatore colombiano, ultimo marcatore del Napoli si piazza al centro dell’attacco con l’intento di bissare il gol con il Porto. Un Napoli cromaticamente giallo contro un Catania arrivato carico dopo la sfida contro la Juventus.

Gli automatismi della formazione inedita sono poco oliati ed i primi minuti della partita ne sono un classico esempio. Napoli che attacca a testa bassa ed in pochi minuti rischia di andare a bersaglio con Insigne (due volte) e Callejon. L’atmosfera al Massimino è surreale, si avverte il sentimento di scoramento della tifoseria di casa, pronta ad esplodere in contestazione. Andujar beccato ad ogni tocco palla, reo di aver già firmato per la squadra azzurra.

Passano sedici minuti ed il Napoli passa in vantaggio. Proprio lui, il ventiduenne colombiano deve solo appoggiare in rete il passaggio di Callejon. Lo spagnolo diventa direttore d’orchestra in campo quando al venticinquesimo approfitta di un’imbeccata di Insigne sul filo del fuorigioco per siglare il secondo gol azzurro. Sembra la sagra delle rivincite quando Henrique infila da posizione impossibile il gol del triplice vantaggio azzurro. Altro acquisto azzeccato del Napoli, non sarà un campione, ma jolly utilissimo. Se fosse un tiro o un cross ha poca importanza…

Mancherebbe solo il gol del capitano. In un clima di contestazione crescente, ecco invece la prima doppietta italiana per il mastodontico Duvan. Callejon, sempre lui, a fare da assist-man. Si finisce la prima frazione in vantaggio di quattro gol, sembra un allenamento.

La seconda frazione di gioco è un arrembaggio del Catania, che prova a spingere nella ricerca dell’impresa. Solo qualche calo di concentrazione per il Napoli, che si dimena tra la voglia di non strafare e la volontà di far riposare qualche elemento in attesa della sfida di domenica contro la Juventus.

Quando segna Monzon per il Catania una sensazione di ansia pervade i tifosi azzurri. Questa squadra è capace di tutto, nel bene e nel male. La sensazione diventa nervosismo quando a gonfiare la rete è poi Gyömbér, di testa sull’ennesimo calcio d’angolo regalato. La faccia di Rafa Benitez dice tutto nelle immagini televisive. Reina non è da meno, ripreso come in un fuori onda dalle telecamere.

Per fortuna la frittata non è servita. Se vogliamo diventare grandi sul serio dimentichiamoci queste amnesie.

Sotto con la Juventus ora, in quella che è per tutta la tifoseria azzurra più di una partita.

Antonio Picarelli

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