Napoli-Fiorentina, la partita degli allenatori

Sarà per una vigilia carica di tensione, dovuta all’ eliminazione dall’Europa League arrivata giovedì scorso per entrambe, sarà per la paura di non riuscire a raggiungere un posto per la Champions, sta di fatto che la partita tra Napoli e Fiorentina non è stata di certo una delle più spettacolari dal punto di vista del gioco. Lo 0-1 fa da cornice ad un racconto che ha visto il Napoli protagonista per tutti i novanta minuti, con la Fiorentina che si è accontentata del ruolo di comparsa, capace però di imitare il cinismo degli azzurri visto contro Torino e Roma.

Il match ha visto molti errori a centrocampo e in fase di rifinitura, con molte palle sprecate da entrambe le squadre, ma la zona del campo dove è stato maggiormente giocato l’incontro si può individuare nelle aree tecniche degli allenatori. I due tecnici sono stati senza dubbio i membri delle squadre che hanno dovuto sudare di più prima e durante il match. Benitez ha posizionato in difesa l’ormai “tuttofare” Henrique, ha fatto riposare l’ex Behrami e ha scommesso ancora sulla rinascita di Hamsik. Montella, costretto a giocare senza Pizarro per infortunio, ha schierato il giovane 21enne Bakic a centrocampo e si è affidato al “torero” Gomez in attacco.

La tattica di tutte e due le squadre è stata quella di puntare gli anelli deboli della formazione avversaria. Cuadrado infatti è stato spostato sulla sinistra per infastidire Reveillere (esperimento del tutto fallimentare), mentre Ghoulam e Insigne hanno puntato in velocità Roncaglia sulla fascia opposta. La tattica del Napoli sembra essere stata quella più riuscita. Buon possesso palla e pressing organizzato da parte degli azzurri che hanno approfittato dei troppi errori commessi in mezzo al campo dai viola, ma poca precisione al momento di concludere l’azione. I toscani si sono affidati troppo spesso e in maniera poco precisa ai lanci lunghi, ma al 37′ è stata premiata la scelta a centrocampo del tecnico Montella: Bakic subisce un fallo che costa il rosso a Ghoulam e l’inferiorità numerica al Napoli. La partita sembra finita ma non è così. Benitez si ingegna e sistema Callejon come terzino destro in un 4-4-1 con Higuain unica punta. Scelta rischiosa che permette a Cuadrado di creare qualche pericolo in più sulla fascia ma che permette al Napoli di non mollare un centimetro agli avversari. L’inserimento di Ilicic porta più equilibrio in campo e proprio quando sta per entrare Vargas, l’uomo adatto per spedire cross al bacio sulla testa di Gomez, quest’ultimo si infortuna e lascia il campo per Matri mentre Cuadrado, quasi per solidarietà a Callejon, va a fare il terzino. Nel frattempo il tecnico partenopeo non sta a guardare e inserisce l’ennesimo jolly, Behrami come terzino e Callejon diventa prima punta. Poco dopo la sfortuna però vede un altro infortunio ai danni del neoentrato Mertens che esce per Pandev, che si posiziona in attacco e riporta Callejon sulla fascia a centrocampo.

Una vera e propria sfida a scacchi tra i due “coach”, con decisioni alquanto coraggiose e scelte discutibili che hanno portato ad una partita interrotta da cambi di ruolo a raffica e moduli stravolti. Ancora una volta una delle partite del Napoli viene decisa non dal gioco ma dall’episodio singolo, questa volta in sfavore degli azzurri, se Benitez l’avesse saputo prima forse avrebbe sudato qualche camicia in meno, ma si sa, nel calcio non sempre vince il più meritevole.

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