Benitez ha trovato l’equilibrio difensivo. Ma a quale costo?

“La mia difficoltà è trovare l’equilibrio. Ho quattro attaccanti di altissimo livello e non voglio rinunciare alle loro qualità. Allo stesso tempo devo trovare la solidità.”

La ricerca dell’equilibrio difensivo è stato il letimotiv di gran parte delle conferenze stampa di Rafa Benitez. Il tecnico spagnolo ha più volte sottolineato l’esigenza di trovare una quadratura difensiva in grado di dare solidità alla squadra, ponendo rimedio ad un reparto arretrato non impeccabile. Fin dalle primissime uscite, la squadra azzurra ha mostrato palesemente quello che sarebbe stato il carattere predominante in questa stagione: un attacco di lusso, formato da elementi di spicco come Higuain e Callejon, capaci di andare in rete in qualsiasi occasione, soprattutto quelle decisive. Di contro una difesa costretta ad arrancare non tenendo il passo celere del reparto avanzato.

La filosofia zemaniana che prefissava quale obiettivo principale di ogni sua partita quello di “fare un gol in più dell’avversario”, ha sembrato accompagnare buona parte dell’inizio di stagione del Napoli, non convincendo del tutto.

Questo trend, nel breve periodo, sembra abbia subito una svolta. Gli azzurri, infatti, nelle ultime cinque gare (quattro di campionato e una di UEL) hanno subito solo tre reti, contro Genoa, Livorno e Porto. Il dato di maggior rilievo, però, è quello relativo ai gol fatti: Il Napoli ha bucato la rete solamente in 4 occasioni, in netta controtendenza a quanto avvenuto fino a questo momento in campionato, dove la squadra di Benitez si è assestata come una delle più prolifiche in assoluto.

Non solo, oltre ai gol sembra latitare anche il bel gioco: il comune denominatore dei match Torino-Napoli (0-1), Porto-Napoli (1-0), Livorno-Napoli (1-1), e Napoli-Genoa (1-1), oltre ad una difesa più solida e un’insolita pochezza in avanti, è stato sicuramente la mancanza di una prestazione convincente.

Il Napoli ha mostrato una nuova faccia, più cinica e pragmatica, del tutto inedita. La squadra azzurra non è apparsa brillantissima in buona parte delle partita sopra citate, riuscendo sì ad ottenere successi importanti come quello contro la Roma e l’ultimo contro il Torino, maturati, però, nel finale grazie a giocate di singoli e dopo aver concesso il pallino del gioco quasi esclusivamente all’avversario.

La domanda sorge lecita: potrebbe Rafa Benitez aver deciso di rinunciare, almeno in parte, ad una spiccata spregiudicatezza in avanti in nome di una tanto ricercata compattezza difensiva?

I vari Mertens, Insigne e Callejon hanno lasciato la ribalta a calciatori come un fenomenale Reina e un sorprendente Fernandez, finalmente il caudillo difensivo di cui il Napoli aveva bisogno. C’è bisogno, però, anche di entusiasmare, di legittimare il risultato con la prestazione. Ottenere successi non mostrandosi nella veste migliore (vedi la Juve a Genoa) è sintomatico di una grande squadra, a patto però che non diventi una costante.

Domani, in un San Paolo che si avvia verso il tutto esaurito, arriva il Porto di Luis Castro in quello che si preannuncia essere un infuocato match per la conquista dei quarti di finale di UEL. Dunque, quale occasione migliore per coniugare alla perfezione le due facce di questo Napoli? Quella più concreta, che bada all’essenziale e quella di sempre, straripante in attacco per fantasia e quantità per il raggiungimento di un obiettivo che viene posto in cima alla preferenze del condottiero azzurro Rafa Benitez.

Antonio Allard

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