Dries Mertens, punta di diamante di un Napoli versatile ed ambizioso

L’uomo in più del Napoli è un folletto belga, il più basso della squadra dopo Insigne. Dries Mertens vive il momento della svolta in maglia azzurra: oggi è il giocatore più in forma, quello che fa la differenza. Ha confermato l’ottimo stato di fisico anche nella nazionale di appartenenza: migliore in campo l’altra sera nella sfida finita in parità tra Belgio e Costa d’Avorio. E dire che l’ingaggio di questo calciatore eclettico, che può giocare da trequartista, da attaccante e da centrocampista, aveva fatto storcere il muso a parecchi. Di Mertens si ricordava solo il gran gol rifilato due anni fa al Napoli di Mazzarri in Europa League quando vestiva la maglia del Psv Eindhoven.

Oggi Benitez lo considera un titolare fisso. Ben 23 presenze in campionato con sei gol, il primo contribuì a portare via da Firenze tre preziosissimi punti. La consacrazione il giorno della Befana, doppietta alla Sampdoria, partita nella quale evidenziò tutte le sue straordinarie caratteristiche sui calci da fermo. Mertens, soprannominato “Trilly”, è rientrato ieri a Castel Volturno come tutti gli altri nazionali impegnati nelle amichevoli di metà settimana. Sarà una delle chiavi di accesso preferite da Benitez per scardinare domenica sera la linea difensiva della Roma, ultima chiamata nella corsa al secondo posto. «Non abbiamo alternative – è il pensiero del trequartista azzurro – dobbiamo vincere questo scontro diretto e quante più gare fino alla fine. La Roma non è irraggiungibile ma contro Genoa e Livorno abbiamo sprecato punti decisivi per avvicinarla».

Mertens nasce a Loviano, calcisticamente cresce nel Genk, poi le esperienze in Olanda, a cominciare dall’Utrecht. Con il Psv è maturato, numero quattordici sulle spalle che ha voluto mantenere anche in azzurro, poi ad inizio della scorsa estate arrivò la telefonata di Benitez. Fu il papà Herman a informarlo: «Ti cerca il Napoli, non fare lo sciocco, accetta e basta. Quando chiama un club così prestigioso, bisogna dire soltanto sì». Di quella scelta non si è mai pentito. «E come potrei? Volevo solo che arrivasse il prima possibile il giorno della firma sul contratto. È stato fondamentale per me avere la possibilità di giocare in Italia e provare un’esperienza diversa rispetto a quella olandese. Ora mi sento più maturo e anche più completo grazie a Benitez. Ma non mi fermo qui, vorrei arrivare al Mondiale brasiliano in perfetta forma fisica», ha confessato due giorni fa, prima di scendere in campo contro la Costa d’Avorio. Fa vita abbastanza riservata. Fidanzato con la bionda olandese Katrin, è innamorato di Posillipo dove ha preso casa in affitto.

«Questa città è fantastica, qui si respira la storia, il cibo è fantastico, in particolare la pizza e la gente è molto cordiale con tutta la mia famiglia. Questa cosa mi rende felice, vorrei ripagare l’affetto dei tifosi, magari dedicando loro qualche trofeo». Inizio di stagione così così, poi a Firenze ingranò la marcia giusta. Il primo gol italiano coincise con l’inizio di un periodo brillante e decisivo per il suo inserimento in squadra. Oggi Mertens ha una condizione atletica al top, ha scalato velocemente le gerarchie di squadra, fa la differenza come la faceva Callejon fino a qualche mese fa. È diventato un fedelissimo di Benitez, il secondo rigorista dopo Higuain. Dopo Pecchia, assistente del tecnico spagnolo, è il secondo laureato dello spogliatoio, indirizzo Scienze motorie: «A Napoli inseguo la mia laurea calcistica». È sulla buona strada.

FONTE Il Mattino

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Dries Mertens, punta di diamante di un Napoli versatile ed ambizioso

Impostazioni privacy