“Non spendo 200 milioni e vado via”. Benitez e l’ultima stilettata di una battaglia senza fine

Un allenatore che non le manda a dire, mai. Rafa Benitez non si smentisce e rifila, nel corso del forum con i colleghi del Corriere del Mezzogiorno, una nuova stilettata, chissà se al suo grande nemico Jose Mourinho. “Quando lavoro per una squadra penso che devo stare lì 10 anni, perché c’è un progetto. Non sono un allenatore che va in un club, spende 200 milioni, vince e va via. Voglio creare una struttura che poi resti alla società e alla città”. I riferimenti sono alle sue esperienze passate, a quella fallimentare firmata Inter, e a quella vincente chiamata Chelsea, squadre sin da sempre nel cuore del tecnico portoghese. Una sfida dialettica e senza esclusioni di colpi che va avanti ormai da anni, dal lontano 2007 e che ora potrebbe avere una nuova impennata.

PRIMI SCONTRI IN INGHILTERRA- La querelle nasce nel 2007, prima della semifinale di ritorno di Champions tra il Liverpool dello spagnolo e il Chelsea del portoghese. Benitez in conferenza stampa raccontò: “Eravamo ottimi amici finché non ho cominciato a batterlo. Da quel momento Mourinho ha cambiato idea: fa sempre così, litiga con gli allenatori delle grandi squadre e invece va d’accordissimo con quelli che riesce a sconfiggere”. A vincere quella semifinale fu Rafa, ma la Champions alla fine fu del Milan che si vendicò della rimonta subita ad Istanbul proprio dai Reds.

IL FALLIMENTO INTERISTA – La vendetta però è un piatto che va servito freddo, e Mourinho aspetterà ben tre anni prima di cacciare fuori tutto il suo veleno. L’occasione ghiotta arriva quando lo Special One, attore protagonista del Triplete realizzato dall’Inter, lascia la panchina del club meneghino che sarà affidata a Benitez. Bastano pochi giorni per far storcere il naso ai senatori del gruppo nerazzurro. Mourinho attacca: “Benitez non dovrà faticare come ho fatto io, perché in un mese ha la possibilità di vincere tre trofei: la Supercoppa italiana, quella europea e il Mondiale per club. Un allenatore che arriva in un nuovo club di solito deve costruire la squadra, mentre Benitez si trova tutto pronto, società e giocatori. Il suo non è un lavoro, ma un sogno”. Benitez ad agosto riuscirà a vincere solo la Supercoppa Italiana, fallendo la conquista dello Supercoppa Europea ma, quando il cammino in Europa è sofferente e il campionato sembra essere già perso, lo spagnolo punge il portoghese: “Negli ultimi due anni la squadra è stata spremuta e non ha mai seguito un piano di lavoro in palestra. Questi sono i risultati”. L’addio è nell’aria e arriverà dopo la vittoria del Mondiale del Club. Rafa lascia da vincitore, in rotta con dirigenza e squadra, ma adottando la tattica del silenzio, mentre lo Special One si esalta: “Beh, pensavo che mi avrebbe ringraziato, visto che gli ho regalato un titolo (il Mondiale per club, ndr). In ogni caso chiedete agli interisti chi è Mourinho e chi Benitez, vedrete cosa vi diranno”.

L’ESPERIENZA AL CHELSEA – Benitez ritorna in carreggiata e prende in mano il Chelsea campione d’Europa e già fuori dalla Champions League. Mou è al Real, ma ha nel cuore le sorti del club blues, proprio come l’Inter di Moratti. L’idea di vedere un suo nemico su una panchina a lui cara fa male, ed ecco che le guerra mediatica ricomincia. Rafa non ci sta e, quando a Madrid iniziano a stufarsi dell’atteggiamento poco “Real” dello Special One, rifila il suo colpo in conferenza stampa: “Il mio futuro? So qualcosa ma non parlerò del Real Madrid, non credo sia giusto farlo”. Un colpo forte che fa arrabbiare lo Special One e che cambia in qualche modo anche le sorti delle due stagioni sul campo. I blues, nonostante l’ostruzionismo iniziale dei tifosi londinesi contro il tecnico spagnolo, vincono l’Europa League ereditata dall’inizio fallimentare di Roberto Di Matteo, il Real esce dalla Champions in semifinale con il Borussia Dortmund e manca la decima, obiettivo fortemente voluto da Florentino Perez. Le loro stagioni finiscono con risultati opposti, così come termina la loro battaglia mediatica. Prima del nuovo colpo di fioretto, prima del nuovo sfogo di un Rafa sempre più determinato e voglioso di non perdere mai.

Sabato Romeo

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