Napoli, troppe rimonte subite! I conti non tornano…

Ricapitolando, sa di «tragedia»: ch’è calcistica, sportiva, ma che lascia il segno nei volti affranti che abbandonano l’Ardenza; che induce ad immalinconirsi, a chiedersi perché mai succeda e così spesso, quasi sistematicamente. E le chiamano rimonte: cinque, mica una, che fanno un bottino, che tolgono punti e anche certezze, che minano «dentro» e si vedono fuori, perché gli occhi sono bassi e spingono a domandarsi ancora: perchè?

IL SEGNALE – Al san Paolo, con il Sassuolo, quasi una vita fa: venticinque settembre, dopo aver vinto a San Siro con il Milan, prima di passeggiare a Marassi, ma al gol di Dzemaili risponde Zaza e quello è un campanello d’allarme che suona e però non viene colto. Ma c’è di peggio nella vita (e anche di meglio, va detto) e quando sembra che la lezione sia stata afferrata al volo, arriva l’Udinese: stavolta è dopo aver vinto in casa della Lazio e prima di aver strapazzato l’Inter, ma nel mezzo c’è un 3-3 doloroso, che rimuove l’entusiasmo e pure l’energia, che induce a riflettere su quale malessere colpisca indistintamente un Napoli che sta sul 3-1 e si ritrova sul 3-3, che brucia altri due punti, che spinge al farsi del male in maniera così netta ed anche un pochino inconcepibile. E ancora in casa, poi: quasi fosse un boomerang quel san Paolo e invece no, perché accadrà ancora e non sempre a Fuorigrotta.

LONTANO – La par condicio, quindi: sperperare sta diventando un dogma, una malsana abitudine e pure mentre sembra che il nuovo anno abbia consegnato un Napoli nuovissimo, c’è la possibilità per incupirsi: magari bisognerà scegliere quale sia il vero capolavoro d’autolesionismo, però Bologna pare essere la cartina di tornasole delle difficoltà (congenite?) d’una squadra che non riesce a tenere la partita, manco quando è sua, perché in quel caso, dopo l’1-0 di Bianchi, è 2-1, ed è pure superiorità numerica e non c’è persino il sospetto che la situazione debba precipitare. Invece, due palloni sporchi in area, il caos, le gambe che tremano, le idee si annebbiano e la classifica che piange: e non s’era ancora giocato con il Genoa, e non c’era stata ancora Livorno. E non si erano (ri)fatti ancora i conti: ecco perché non tornano…

Fonte: Il Corriere dello Sport

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