Gol, sprint e difesa: è Mertens l’unico sorriso azzurro

Il suo l’ha fatto e il riferimento non è soltanto al gol che aveva dato il vantaggio al Napoli. Dries Mertens, ovviamente, che intanto con il rigore trasformato con freddezza e spiazzando Bardi è arrivato a quota 6 gol in 23 partite con 1.309 minuti disputati. Insomma niente male, anche se il singolo viene dopo il gruppo e il belga, da ottimo professionista oltre che ottimo attaccante, avrebbe preferito meno elogi personali e due punti in più.

SPESSO DECISIVO – Stavolta si deve accontentare soprattutto degli elogi, decisamente meritati per la quantità e la qualità messe a disposizione della squadra. La qualità in fase offensiva dove spesso e volentieri ha mandato Mbaye in affanno; quantità nelle rincorse a ritroso per dare una mano a Ghoulam e garantire all’esterno franco-algerino il raddoppio necessario sulle avanzate del Livorno sulla fascia. Il suo l’ha fatto, Mertens. E non è la prima volta. Basta riavvolgere il nastro appena appena e tornare a giovedì sera, alla sfida di Europa League contro lo Swansea. Il Napoli soffriva, rischiava di andare incontro a problemi maggiori di quanti ne avesse messi in preventivo (comunque abbastanza) contro i gallesi che non erano soltanto tacchetti e grinta, ma poi Benitez ha buttato dentro Mertens e gli ottavi di finale contro il Porto hanno preso la strada che porta a Napoli. Perché? Perché sull’assist per il 2-1 di Higuain che ha spezzato l’equilibrio in favore dei partenopei c’era sopra la firma di Dries.

DOTI TECNICHE – Si stanno dimostrando soldi spesi bene i dieci milioni che il presidente De Laurentiis ha tirato fuori in estate per consegnare l’ex PSV a Benitez nella speranza che diventasse l’arma in più per scardinare le difese avversarie. Ci sono stati molti alti e qualche basso, ma a meno di tre mesi dallo striscione d’arrivo della stagione si può già dire ragionevolmente che l’idea ha trovato applicazione pratica sul campo. Mertens sta crescendo in personalità e sicurezza. Conosce sempre di più e sempre meglio il calcio italiano, così sa dove e come colpire. La partita di Livorno, certo non nella serata migliore del Napoli tanto per usare un eufemismo, ne è stata la riprova più concreta. Una delle numerose, giova ricordare. Sprint e iniziative, affondi e coperture: un repertorio completo che ha fatto dell’esterno belga il più efficace della formazione azzurra e il gol dal dischetto c’entra solo in parte. C’entra tutto il resto che garantisce a Benitez una risorsa d’indubbio valore da sfruttare per aprire le difese avversarie, per costringerle ad allargarsi e a concedere spazi. Mertens ci mette le doti tecniche che caratterizzano il suo gioco tutta concretezza e pochi fronzoli. Poi, è chiaro, avere Higuain come destinatario della fantasia è tutta un’altra sicurezza, ma l’importante per Benitez e per il Napoli è che il 27enne di Leuven si faccia trovare sempre pronto.

NUMERI IMPORTANTI – Ventitré presenze e 6 gol in campionato: Mertens è lontano dai livelli di Eindhoven sotto quel profilo (37 reti in due stagioni), ma il calcio olandese è un altro calcio e gli va comunque dato il giusto tempo per ambientarsi. Se poi però ai 6 gol si aggiungono i 5 assist serviti ai compagni, beh allora il discorso prende tutta un’altra piega e anche i dubbi residui vengono accantonati specie in considerazione del minutaggio avuto. Sì, il Napoli ci può contare. Livorno, casomai ce ne fosse stato bisogno, l’ha confermato: in questo sprint finale ci vuole gente determinata e capace di graffiare la partita. Come Mertens

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