Siniscalchi: “I tifosi devono aiutarci ad isolare e condannare gli atti di discriminazione territoriale”

«Bisogna far intervenire quei settori delle Procure che si occupano della violenza nello sport per cercare responsabilità individuali o di gruppo». Vincenzo Maria Siniscalchi ha affrontato la questione della violenza negli stadi anche come parlamentare, relatore di una legge, poi varata solo in parte nel 2006, che istituiva l’Osservatorio sulla violenza sportiva. «C’è la necessità – spiega – che il resto del pubblico prenda le distanze o nelle manifestazioni esplicite, come cori o striscioni, o nella segnalazione di elementi che turbano le manifestazioni sportive».

Un altro pezzetto dell’Olimpico chiuso per i cori contro i napoletani: ma con questi mini-interventi non si snatura la normativa voluta dall’Uefa per combattere il razzismo negli stadi?
«Ma l’alternativa sarebbe la chiusura totale degli stadi che non è la soluzione per un tema assai delicato che si pone a cavallo tra il diritto penale e l’ordinamento sportivo. Bisogna tener conto del sistema delle sanzioni».

In che senso?
«Le sanzioni sono correlate non tanto all’individuazione della responsabilità dei singoli, ma coinvolgono le società e gli incassi, con una serie di penalità che hanno una ricaduta, per il principio della responsabilità oggettiva, sulla fruibilità degli stadi colpendo anche quella parte di pubblico che non è partecipe della violenza, anzi la subisce. Spesso i violenti sono frange minime che costituiscono elementi di turbativa organizzata. Lo si chiama tifo organizzato, ma in realtà è violenza organizzata».

Come fermare queste frange più violente?
«C’è bisogno che cresca una coscienza della denuncia, quanto meno in una forma interna all’ambiente sportivo, con le prese di posizioni nello stadio. Insomma serve un’evoluzione nel concetto di tifoseria pulita più reattiva nei confronti di chi fa questi cori. Altrimenti è chiaro che la giustizia sportiva deve intervenire e si finisce per colpire tutti. E poi ora c’è bisogno dell’intervento delle Procure: si indaghi sulle ipotesi di istigazione alla violenza e all’odio razziale cercando responsabilità individuali o di gruppo. Mi risulta che questo sta già avvenendo».

FONTE Il Mattino

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