Gli azzurri alla ricerca del riscatto per tornare vincenti anche con le “piccole”

Forse ci vorrebbe Freud: e magari finirebbe per perdersi, in quei corti circuiti così complicati. Un lettino, please: per distenderli (in sequenza: portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti), e per rivolgere ad ognuno di loro la domanda che sorge spontanea da quattro mesi in qua: scusi, qual è il problema? Il Sassuolo rieccolo, un gattino (verde) nero che attraversa impaurito il san Paolo e spaventa graffiando, miagolando: mica un incidente, perché ciò che resta, nell’aria, è pure quel venticello calunnioso espresso dai precedenti, il sospetto di una crisi d’identità che si manifesta una volta sì e l’altra pure quando la tensione s’abbassa, complice la presenza d’una Provinciale.

Lo scudetto è ormai una chimera, la Champions diretta una speranza, la Roma è lanciata nella sua fughina ma la Fiorentina resta vicina: e allora, per esorcizzare la paura ed alimentare le aspirazioni, non ci sono differenze, né ceti sociali, perché i punti «pesano» e sprecarli sa di «delitto». Però il campo ha espresso una serie di verità e se tre indizi fanno una prova pensate un po’ cosa rappresentano sei precedenti: Il Sassuolo, per cominciare, poi il Parma e l’Udinese, poi il Bologna e il Chievo e infine, per gradire, l’Atalanta, tre reti e una macchia da rimuovere in fretta, nonostante il Milan e la Roma, la finale di coppa Italia e quel calcio champagne offerto in due serate a modo loro entusiasmanti. Ma qualche volta, va bene pure un pochino di gazzosa: altrimenti altro che Freud, sarebbe perfettamente inutile, probabilmente superfluo. Sarebbe semplicemente la certezza che nel loro piccolo, le provinciali, fanno inc….

FONTE Corriere dello Sport

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