L’esperienza vincente di quattro fuoriclasse azzurri per conquistare la finale

Programmati per vincere. Quelli che, in quattro, fanno in totale 25 trofei: Pepe Reina, Raul Albiol, Josè Maria Callejon e Gonzalo Higuain. Titoli nazionali e internazionali: mondo, Europa, Spagna e Inghilterra. Roba da perderci la testa. Rafa, un altro che sull’argomento potrebbe scrivere un trattato, li ha voluti anche per questo: per dare alla squadra, al suo Napoli, un piglio ancora più vincente. La chance per confermare la teoria? Servita: la semifinale di domani con la Roma vale il pass verso un altro trofeo. Vale una finale. Una coppa. E loro, negli anni, hanno dimostrato di gradire.

IL CHIODO FISSO. E allora, penna e calamaio: sotto con la stesura in castigliano della versione calcistica dei Tre Moschettieri. Quattro, per la precisione, tre spagnoli e un D’Artagnan argentino nato in Francia: idioma simile per tutti – slang porteno del Pipita a parte – e soprattutto medesima voglia di vincere. Una fame atavica nonostante i 25 titoli messi insieme dal gruppetto: 9 Reina, 8 Albiol, 6 Higuain, 2 Callejon: “Vogliamo vincere un trofeo già quest’anno”. Le firme? Pepe, Raul, José e Gonzalo: l’hanno detto tutti, e a più riprese, anzi regolarmente a ogni occasione pubblica (e privata), sin da quando hanno messo il piede nel mondo tinto d’azzurro. Poco altro da aggiungere, non resta che giocare.

CHE TRIS. Tra l’altro, sia il portiere e il difensore della Nazionale spagnola, sia il centravanti della Seleccion, hanno già conquistato gli equivalenti inglesi e spagnoli della Coppa Italia: Reina con il Liverpool di Rafa nel
2005-2006 la Coppa d’Inghilterra; Albiol e Higuain la Coppa di Spagna da compagni di Real nel 2010-2011; Albiol in solitaria con il Valencia nel 2007-2008. L’unico meno esperto in materia, perché fino a un certo punto, per uno strano motivo, il calcio dei numeri uno ha quasi fatto finta di non rendersi conto delle sue qualità, è Callejon. Che, dalla sua, vanta però Liga e Supercoppa di Spagna con il Madrid di Mou. Insomma, una garanzia assoluta.

OCCHIO PIPITA. E ora, Napoli e il Napoli. Il San Paolo da far esplodere, la Roma da neutralizzare e la finale da mettere in archivio in uno splendido testa a testa con la rivale più diretta del campionato. Sembra non finire mai, la saga azzurro-giallorossa di questa stagione. E, finora, la squadra di Garcia sembra essere un tabù: due partite, due sconfitte. Anzi, una e mezzo: perché il 3-2 dell’andata dell‘Olimpico è un risultato talmente aperto da sconsigliare ogni tipo di pronostico. Tutto in piedi, tutto in ballo come mai: sangue e arena, nella mischia. Certo e certificato, nessuno risparmierà alcunché. Fermo restando una controindicazione che, Higuain e Albiol, dovranno assimilare e trasformare in auto-avvertenza di primaria importanza: sia lo spagnolo sia l’argentino, infatti, sono diffidati. Un altro cartellino e adios. Brividi. I vincenti, però, sanno come si fa. Sempre, semifinali incluse.

FONTE Corriere dello sport

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