Napoli, la strategia di Benitez è letale

La strategia di Benitez è a lungo termine e passa inevitabilmente attraverso alti e bassi. La cocciutaggine con cui insiste su un certo assetto a volte appare puro autolesionismo, ma il tecnico spagnolo pensa che costruire un’identità sia prioritario rispetto agli adattamenti tattici che in certi casi le caratteristiche tanto dell’avversario quanto dei propri giocatori richiederebbero.
Contro il Milan la tattica di gara non imponeva cambiamenti sostanziali, avendo anche i rossoneri modalità di gioco adattissime al Napoli. Seedorf vuole tanto possesso palla e propone giocatori offensivi poco aggressivi e spesso distratti in fase difensiva. Inoltre il tecnico olandese sta facendo esperimenti in vista della gara di Champions con l’Atletico. Meglio per il Napoli che ha così fatto il suo show. A differenza dei grigi match contro Bologna, Chievo e Atalanta ha potuto giocare di ripartenza e per incanto ha ritrovato tutti i suoi meccanismi più efficaci e spettacolari. Ad esempio Inler in grado di recuperare e lanciare, Hamsik lucido tra le linee e pronto ad affiancarsi a Higuain in area di rigore, lo stesso Pepita prezioso nei movimenti a ritroso e implacabile sotto porta. Poi gli esterni alti disposti al sacrificio in fase di non possesso e pronti a sfruttare le praterie libere in contropiede.

Già al 2’ tutto questo è chiaro. Su un fallo laterale del Milan il Napoli si compatta sotto la linea della palla. Robinho prova a controllare ma è ingabbiato da Jorginho e Inler che gli sradicano il pallone. Insigne e Mertens sono vicini, il belga può suggerire il passaggio al compagno che manda così a vuoto il pressing di Essien. A sostegno arriva Hamsik che riceve già orientato verso la porta avversaria. Higuain si muove in diagonale al suo fianco andando in ampiezza rispetto alla copertura di Mexes. Lo slovacco corre palla al piede ma con la coda dell’occhio tiene monitorato lo smarcamento del compagno per servirlo al momento giusto. L’assist però è un po’ lungo. Higuian deve rincorrere la palla. È lui ora a vedere Hamsik che seguendo l’azione si è riproposto in area. Il cross arriva puntuale così come il tiro del capitano che termina a lato. Il Napoli c’è, il Milan no. Eppure, nonostante tutto passano i rossoneri, con un deja vù terribile per i tifosi partenopei.

Come a Roma, sull’accelerazione di un avversario palla al piede i difensori impauriti, invece di affrontarlo, scappano verso la propria porta, concedendogli il tiro dal limite dell’area. E se a Roma la timidezza poteva essere giustificata dalle prodezze esibite da Gervinho, in questo caso non c’è neanche questo alibi, visto che il dirimpettaio è il marocchino Taarabt. Merito, grande merito del Napoli, come in Coppa Italia, è di non disunirsi e di continuare a fare la partita. Inler prova e trova quasi subito il gol del pareggio con un tiro da fuori cercato con una caparbietà encomiabile dopo le topiche di Bergamo.
La partite è veloce, in campo ci sono spazi di gioco e ci sono qualità tecniche. Un mix che genera palle gol a ritmo costante. Le più grandi sono quelle create del Napoli che può contare su un centravanti in grande giornata. Higuain in contropiede sfiora il gol ancora al 15’ e segnerà due gol da bomber di razza nel secondo tempo. Dall’altra parte il Milan è invece orfano del suo uomo chiave. Balotelli si muove abulico, senza cognizione di causa e senza mordente. Di lui si ricordano solo una conclusione potente ma centrale nelle prime battute e le lacrime dopo la sostituzione con Pazzini. Un pianto autocritico dopo una prestazione assolutamente da dimenticare. Un’involuzione preoccupante anche in ottica World Cup.

Ma torniamo alle note liete sulla sponda partenopea. Gli ultimi arrivati stanno dando un grande contributo. Si conferma su ottimi livelli Jorginho (sempre lucido in regia, un po’ meno in interdizione), si presenta con autorevolezza Ghoulam che si esibisce anche in un doppio passo prima di scaricare ad Inler la palla per l’assist del 2-1. Per il Napoli una conferma che anche le scelte di mercato sono state oculate. Ora occorre ripetersi con la Roma per conquistare la finale di Coppa Italia. In primo vero grande traguardo è vicino.

Fonte: Il Mattino

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