Higuain-Balotelli, è l’argentino a trionfare nella notte del “San Paolo”

Lacrime napoletane e gol. Questa è la storia di una notte strana, di un campione felice di nome Gonzalo Higuain e di un altro che piange a dirotto in panchina come mai s’era visto prima. Sì, piange e poi ancora, Mario Balotelli, dopo una serataccia storta a dire poco e una sostituzione che Seedorf decreta impietoso – e opportuno – al 28′ del secondo tempo. Dopo una settimana piena di emozioni, e dopo lo sbarco nella città della figlia appena riconosciuta, evidentemente i nervi del giovane padre, del giovane fuoriclasse costantemente sotto i riflettori e sistematicamente beccato dal pubblico, non hanno retto. Coraggio Mario. E poi, vai Pipita: perché la notte del San Paolo è tutta sua.

IL MOSTRO. E allora, la sfida nella sfida. Senza storia, per l’occasione, ma in genere un concentrato di tutti gli elementi della tavola dell’attaccante: forza, classe, talento, esplosività, spunto, acrobazia, progressione, assist, rigori, punizioni e gol a raffica. Verrebbe voglia di combinarli in laboratorio, i due: combinando le rispettive caratteristiche, verrebbe fuori un autentico mostro. Un gigante.

SOGNI E INCUBI. E imponente a dire poco è il primo quarto d’ora di Higuain: fa morire di paura due volte Abbiati, in area e con il giro da fuori, e poi innesca anche Hamsik. Niente male. L’avvio di Balo, invece, è l’antipasto di quello che sarà: in mezz’ora si fa notare per un paio di tocchi di qualità, una partaccia beccata dal signor Massa e una fucilata da posizione semi-impossibile respinta da Reina. Sì, ancora lui, Pepe: l’incubo dell’andata. Giro di calendario e via a un girone fa, quando a San Siro il portiere spagnolo gli parò, in mezzo al resto, anche il primo rigore della carriera. Proprio così: fino all’incontro fatale, Mario ne aveva segnati 21 in fila. Mario che ieri mattina aveva assai gradito il sole e il Lungomare di Napoli, passeggiando sorridente da consumato fan della città qual è, ma che poi in serata al San Paolo si adegua al clima freddino. A un certo punto anche gelido per i consueti coretti poco amichevoli dedicati dalle curve.

A ONDATE. Primo bilancio? Vittoria di Higuain per k.o. tecnico, senza storia. Come all’andata. Salvo poi assistere a un confronto stracolmo di emozioni concluso in parità: 1-1, tra loro, a Milano. Un gol a testa ma brindisi soltanto per l’argentino: con quel graffio sulla pelle rossonera, il popolo azzurro si consolò definitivamente dopo la partenza di Cavani, mentre Balotelli, oltre alla macchia sull’immacolato curriculum da rigorista, beccò anche tre giornate di squalifica per aver travolto con un’onda di rabbia l’arbitro Banti a fine partita. Ma questa è storia vecchia.

DODICI GONZALO. E’ di ieri, invece, il consolidamento del tabù-Napoli. Con tanto di picchiata totale nel secondo tempo, quando per Mario le cose peggiorano irrimediabilmente: una mezza partaccia da Kakà, un fallo su Inler a centrocampo e un paio di tentativi a vuoto su Fernandez (che ci fa un figurone). Dall’altro lato, invece, si fa sul serio: è l’11’ minuto quando Inler coglie il segnale e il movimento a centro area di Higuain che, da consumato fuorilegge del gol, brucia di testa Mexes e poi Abbiati. Vamos. E via di corsa a fare fiesta e poi di cabala: gol numero 11 in campionato, al minuto numero 11. Balo, invece, chiude malissimo: non approfitta di un regalo di Reina, Seedorf lo tira fuori e lui piange. Basta così? Macché: al 37′ arriva anche il bis del Pipita che vale la rete stagionale numero 17 (4 in Champions e una in Coppa Italia). Standing ovation per lui.

FONTE Corriere dello Sport

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