Nessun tweet, nessuna intervista. I calciatori azzurri scelgono il silenzio

Un blackout generale. Anche a fine partita. Eppure in tanti sono andati sotto la curva per salutare il pubblico dei napoletani. Non tantissimi perché forse la speranza di agguantare il secondo posto per loro si è spenta anche prima della trasferta qui a Bergamo. Hamsik è il più acclamato, oltre che il più rimpianto. Ci sono Albiol, Callejon e Rafa Benitez che spinge il gruppetto con il muso lungo verso la curva. I tifosi applaudono. Il gesto è apprezzato.

I giocatori restano in silenzio anche sui social network per cui pure hanno una specie di venerazione. Scrive solo lady Callejon: «Non capisco chi critica e poi applaude… come si dimentica in fretta!» dice dopo aver fatto il giro di tv e web e capito l’aria che tira sul Napoli. Callejon ieri era alla sua trentesima partita stagionale. Comincia a vedersi. È stanco e ha perso lucidità in fase d’attacco. E uno dei fedelissimi a cui Rafa chiede sempre di non tirare il fiato. C’è stato l’esordio di Ghoulam in Italia, ma più che altro è stato buttato nella mischia da Benitez quando la gara non aveva assolutamente più senso.

De Laurentiis ha festeggiato nel peggiore dei modi la sua partita numero 250 in serie A. Che poi coincide con il ritorno tra i grandi dopo il fallimento e il crollo fino alla serie C. Allo stadio di Bergamo il presidente non c’era, ha preferito restarsene a Roma dopo il sabato di lavoro a Napoli con il sindaco De Magistris a parlare della futura convenzione per lo stadio San Paolo.
Non ha rivisto il suo primo direttore generale, Pier Paolo Marino che invece ha assistito alla gara dalla tribuna centrale. Con Benitez ci sarà modo e tempo per commentare il ko con l’Atalanta. Il Napoli frana di botto, ma i pareggi con Bologna e Chievo, d’accordo, non sono risultati positivi anche se allungavano la serie positiva (l’ultima sconfitta del Napoli è del 23 novembre, con il Parma 1-0).

Sei gol rifilati a Rafael e Reina dagli attacchi di tre piccole della serie A. In campo più volte si è visto Albiol richiamare Fernadez a un maggior senso della posizione e le telecamere hanno indugiato sui richiami di Rafa a Dzemaili e Inler e i rimproveri di Callejon a servirgli più palle in profondità.
Gli occhi al cielo del Pipita sono il simbolo della debacle. Sulla fase difensiva si costruisce ogni squadra di successo, e se si prendono sei gol in tre partite contro questi avversari vuol dire che la situazione è grave e seria. Stasera si ritroveranno tutti insieme a cena: offre Paolo Cannavaro che saluta così i suoi compagni d’avventura. Pure lui ha perso: magari nessuno sarà proprio al settimo cielo.

Fonte: Il Mattino

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