Anche il mercato di riparazione ha i suoi tempi, il rischio è di essere già andati oltre

Nomi, nomi e nient’altro che nomi. Al di là dell’affare Jorginho, di concreto c’è ben poco e di chiacchiere fin troppe, allungando sempre di più l’elenco di calciatori accostati a Napoli, alcuni veri, altri inventati di sana pianta per riempire spazi sui giornali, altri di facciata per montare il prezzo del cartellino e spaventare acquirenti dubbiosi che, con la mossa dell’inserimento di un’altra squadra, paventano di decidersi in tempi più brevi, cercando di non lasciarsi soffiare via l’oggetto dei desideri. Quante trappole nasconde questo pazzo mondo del calciomercato, quante false piste e quanti falsi interpreti ancora dovremmo affrontare prima di comprendere quali sono realmente i piani della società azzurra? Meglio, decisamente meglio il mercato prospettico, fatto di pochi fronzoli e certezze studiate a tavolino, a quattrocchi con i diretti interessati già qualche mese prima, quando le acque non erano torbide e le onde anomale di mercato erano assopite nei fondali dei campionati di calcio in corso, protagonisti delle prime pagine dei giornali al posto dei gossip da quotidiano sportivo.

Adesso vallo a capire il mercato del Sig.Bigon, ci chiediamo se la strategia azzurra è davvero improntata sulle improvvisazioni, sui voli pindarici, sui tuffi a capofitto sulla preda appena messa al bando (leggasi Guarin) oppure se sotto c’è qualcosa di concreto, vagliato già qualche tempo prima, che abbia un minimo di condivisione da parte delle scelte di Benitez, oppure se si svolge tutto all’inverso, cioè se è Bigon a riferire al mister spagnolo di questo e quel calciatore a disposizione per un eventuale trasferimento in azzurro, in grado di prendere in esame la proposta della società, d’accordo sui canoni propinati e sulle clausole definite nella proposta di contratto. Bel mistero, non c’è che dire, reso ancor di più fitto dalle trame che giornalisti e addetti ai lavori alla ricerca della gloria mettono in giro pur di risultare “sul pezzo”, alla disperata ricerca di vetrine per rendersi riconoscibile, per l’attimo di gloria, per l’attestato di importanza che gli verrà riconosciuto nel caso in cui venisse confermata la sua “soffiata”, insomma, sembra proprio di stare in un mondo in cui tutto può avverarsi e tutto può capovolgersi per divenire l’esatto contrario, dove le bugie sono il biglietto da visita principale di qualsiasi operazione di mercato, reale o inventata.

Nel sontuoso vortice di menzogne ci tocca recuperare quanto di vero possa esserci per costruire il nostro castello di cartapesta su cui porre le basi per sincere considerazioni come quella in cui abbiamo appena detto che gli affari azzurri sembrano già fuori tempo massimo, affermazione che verrà probabilmente messa in discussione alla prima folata di vento, ma il tentativo verrà pur sempre apprezzato, ne siamo sicuri. A poco più di una settimana dalla chiusura di questa sessione di riparazione, di riparato ci risulta ben poco, se non una piccola parte del motore di centrocampo, che si è provveduto semplicemente ad oliare per bene con il lubrificante-Jorginho, raggiante prodotto di qualità indiscussa, ma sempre e comunque da testare nei sofisticati ingranaggi beniteziani, non per altro l’etichetta è, ancora una volta, quella di “giovane di ottima prospettiva”. Ma i “bulloni già ingrassati” e pronti per ottimizzare questo Napoli dove sono? Quando verranno ingaggiati i veri fulcri della macchina azzurra, per intenderci quelli che serviranno a dare la spinta al motore per “ingannarci” ancora a credere che la Juve è lì ad un tiro di schioppo? Non è già un po’ tardi? Forse lo è, se considerate che anche il primo fuoriclasse della lista di Bigon avrà la necessità, come chiunque, dei famigerati tempi tecnici, quelli che poi ti rendono un calciatore pronto per essere assorbito in un contesto, e questo anche Benitez lo sa.

Ma gli altri no, De Laurentis ed il compare Bigon sembrano dimenticarlo sistematicamente, l’orologio scorre via, le squadre pretendono di più, essendo vicina la data di chiusura del mercato, e ti ritrovi a contenderti elementi su cui dovrai faticare di più per metterli a disposizione in un tempo relativamente breve, pagati magari molti spiccioli in più di quelli che avresti pagato con una trattativa ponderata e anticipata. Una cosa sono gli affari dell’ultim’ora, quelli ben vengano, saremo i primi a bearci di loro, ma quelli necessari al completamento della barca azzurra, quelli no, servono subito, mica l’ultimo giorno di mercato? Io non ci sto” con questi ritardi, qualsiasi siano le cause, qualsiasi sia il calciatore che verrà, non si può, ancora una volta, cadere negli ingranaggi dell’orologio del mercato di gennaio, dove gli affari si concludono non per sfizio, ma per tangibili necessità di organico. Per gli acquisti prospettici, per gli affari da non lasciarsi sfuggire, per i grandi colpi ad effetto, prego rivolgersi a data da destinarsi…

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