Rolando Bianchi e gli sfottò su Twitter: quando i professionisti cavalcano violenza

“Sei tu che te la sogni”, “Sei tu un cadavere”, “Poi dicono che ti sfottono, forza Bergamo!”. No, cari amici, non siete di fronte alla solita polemica via social tra gruppi di tifoserie. No, cari amici. Verona è già passata, i napoletani sono tornati dalla trasferta e gliene abbiamo fatti tre.

Anche l’Atalanta al San Paolo è arrivata, e sempre tre nel sacco. E allora cosa tormenta le bacheche elettroniche di mezzo mondo, in particolare quella del redivivo (e recidivo) Rolando Bianchi? Il nuovo top player casa Bologna, ha deciso di rispondere, via Twitter, uno per uno ai calorosi messaggi di complimenti che gli sono arrivati dopo il pareggio – vittoria di ieri. E soprattutto dopo la doppietta contro il Napoli. Mica caramelle.

Il punto è che il buon Bianchi non ha avuto proprio niente di meglio da fare che cavalcare la polemica, invece di attenuarla, chiamando in causa origini partenopee e mamme di chissà quale razza o provenienza. No, no, no. Non si fa proprio così, carissimo Rolando.

Quella degli sfottò è una pratica antica e onesta, che circonda goliardicamente il gioco del calcio, così come il mondo dello sport, find alla sua nascita. Eppure tu sembri non essertene accorto. Sei caduto nella becera offesa, come tropo spesso assistiamo la domenica negli stadi.

C’è una linea sottile tra offesa e sfottò. E tu sembri non averla ancora individuata. Vabbé, provaci. Non si sa mai. Magari un giorno ce la farai.

Ah, dimenticavo. Complimenti per la doppietta di ieri. Vivissimi. E cerca di rimanere in serie A. Che mondo sarebbe senza Rolando Bianchi?

Raffaele Nappi

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