Il ritorno di “capitan Marek”

L’emozione insita nell’ovazione, totalizzante, liberatoria, fragorosa, che nel corso della partita di Coppa Italia contro l’Atalanta, ha introdotto, accompagnato ed enfatizzato il ritorno in campo di Marek Hamsik, ben esprime l’importanza, la responsabilità, le aspettative, l’affetto ed il valore insiti nella maglia azzurra “numero 17”.

Anche ieri, nel corso della sciagurata trasferta di Bologna, lo slovacco ha assaporato uno scampolo di partita ed è stato lo stesso Hamsik, attraverso il canale ufficiale del Napoli su Instagram, a commentare la sua performance, divulgando, poche ore fa, le seguenti dichiarazioni: “Mi sento bene, so che dopo due mesi fuori ci vorrà un pò di tempo per essere al massimo della condizione, ma sto procedendo sulla buona strada per giungere al top.”

Ottimismo, tenacia, combattività, caparbia ed efferata determinazione, sconfinata voglia di dare sempre il massimo per perseguire il miglior risultato auspicabile, di partita in partita, in campionato, in coppa, nella vita.

Questo e tanto altro è Marek Hamsik.

La leggiadra, prorompente e sontuosa classe che traspare dai suoi movimenti, con o senza palla, all’interno del rettangolo verde, disarmano ed incantano, per quanto naturalmente capaci di emanare sopraffino talento.

Ed era uno dei tanti aspetti dei quali, durante la sua assenza, probabilmente, ci eravamo dimenticati.

Una delle affascinanti e molteplici sfumature di quel quadro che incessantemente si arricchisce di pregevoli pennellate, allorquando la sua intelligenza tattica, in chirurgica sinergia con i muscoli, partorisce giocate sontuose.

Hamsik che mette d’accordo tutti ed induce tutti ad asserire tutto e il contrario di tutto: esplosivo, devastante, discontinuo, altalenante, zoppicante, acerbo, al quale riescono in maniera sorprendentemente facile le cose difficili e, di contro, capace di inciampare in ingenui errori, al cospetto di giocate elementari.

Hamsik che talvolta finisce sul banco degli imputati, perché da lui, la sua gente, pretende sempre di più.

Tuttavia, Hamsik per primo pretende sempre di più da Marek, da quel ragazzino silenziosamente diventato uomo, che ama nascondere l’imbarazzo che gli procurano flash, microfoni e telecamere, dietro timidi sorrisi ed occhiali dalle enormi montature.

Ai muscoli e ai polmoni dello slovacco, anche ieri, Benitez ha ritagliato una fetta di partita, giusto per consentirgli di partorire quel lampo di genio che ha innescato l’asse Higuain-Callejon, per effetto del quale, gli azzurri si sono portati, temporaneamente, in vantaggio al Dall’Ara.

Eppur non basta.

Non basta quel gol, non bastano questi “sprazzi di Marek”.

Probabilmente, il tecnico azzurro ha ragione: la cresta più azzurra del Napoli, può, anzi deve essere il miglior acquisto di gennaio della sua squadra, per il bene della sua squadra.

Napoli ed il Napoli hanno disperatamente bisogno di ritrovare il miglior “capitan Hamsik”.

Luciana Esposito

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