L’editoriale di Deborah Divertito: “La sparizione dei cadaveri”

Sono tornata dall’ultima partita del Napoli, nonostante la vittoria meritata contro una Sampdoria che ha avuto il merito di giocarsela a viso aperto, pensando ad una cosa: “Behrami, a centrocampo, ci serve come il pane!”

Bene! Anzi, male! Malissimo! Perché pare che dovremmo fare a meno della scarpetta nel ragù della domenica per parecchio tempo. Due mesi, o, forse, più. Pare. Forse. Già, perché quando si tratta di infortuni, con la società azzurra, le congetture sono d’obbligo e i dubbi diventano un dovere morale. E in questo limbo  dei “forse, non si sa, pare che, potrebbe essere, sarebbe il caso”, i tifosi si arrovellano il cervello su quando rientrerà lo svizzero. Ammesso che rientrerà. Ci si chiede se non sia il caso di acquistare un centrocampista, se non due, a gennaio. Ci si chiede tra quanti anni potremmo veder finita una trattativa iniziata da Bigon adesso, visto che la loro durata media è di circa 87 anni e mezzo. Vedi Nainggolan, che poi, giustamente, è andato alla Roma altrimenti a Napoli ci sarebbe venuto col bastone e la dentiera. In tutta questa nebbia, nessun faro. Anzi, due che si annullano tra loro. Una notizia sul sito della Federazione Svizzera che comunica la decisione del giocatore di operarsi e un comunicato stampa della SSCN che parla di altri accertamenti e rinvio della decisione. Probabilmente Behrami avrà deciso di operare in Svizzera un piede e sottoporre ad accertamenti più approfonditi in Italia l’altro piede.  Si alternano sui social network commenti ottimistici del tipo “San Gennaro farà il miracolo e lo vediamo in campo domenica a Verona”, con ipotesi di complotto del Presidente del Lione per far accettare adesso Gonalons a due miliardi di euro, e  intriganti e doppiocarpiate finte del giocatore per evitare di stressarsi con il club e andare a giocare con sicurezza i Mondiali. Anche se, qui, mi chiedo, se un giocatore non gioca per mesi, come può andare a giocare i mondiali? Ma questa è un’altra storia.

Fatto sta che non siamo nuovi a queste strategie di comunicazione da sordomuti ad un concerto degli Iron Maiden. Hamsik ne è un altro esempio lampante. Tanto da vedermi costretta a chiedere a Babbo Natale notizie sulla sua sorte, in luogo di un superenalotto.  Mai come il mistero Britos. Che ogni infortunio sembrava dovessero smontarlo e ricomporlo come un cyborg senza i lati positivi dell’essere un cyborg. E ricordate Santacroce? Operato più volte, passò da essere il nuovo Cannavaro senior a essere il nuovo portaborse di Cannavaro junior. Adesso definitivamente scomparso.

A questo punto, massimo rispetto per il nostro caro amico Zuniga. Le sue condizioni sono sempre state chiare. Ecco perché quest’estate non saltava all’esortazione dei tifosi, sul coro: “Chi non salta, è juventino!”.  Paura di farsi definitivamente male prima di firmare il gran contratto da milionario. L’unico capace di fregare il Presidente, così attento alle clausole, ai cavilli, ai diritti d’immagine, che aveva dimenticato di fargli effettuare un check up completo dal Divino Otelma.

Io mi permetto, però, di dare un consiglio ai tifosi, improvvisamente esperti di infortuni, terapie, tempi di recupero e necessità di operazioni. Non perdiamo fiato e neuroni per capire. La sensazione è che non sapremo mai la verità. Un po’ come la sparizione dei dissidenti durante i regimi totalitari. A noi tocca tifare. Sperando che ci resti qualcuno in campo per farlo.

 

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